Amsterdam: emozioni, arte, storia e cultura tra i canali

Amsterdam è una città ricca di fascino e cultura, che offre ai visitatori la possibilità di ammirare capolavori dell’arte moderna e contemporanea, ma anche di immergersi nella storia e nella memoria di un passato drammatico.

Nel cuore dell’inverno, un viaggio nella vivace città di Amsterdam insieme a mia figlia (si tratta dello stesso viaggio che ci ha portato a Bruxelles per il mio compleanno di cui vi ho parlato qui) si è trasformato in amore a prima vista. La temperatura prossima allo zero, la spolverata di neve, i laghetti ghiacciati sotto le zampette di anatre e volatili apparentemente indifferenti al freddo hanno reso la mia prima volta ad Amsterdam davvero suggestiva.

Questa metropoli, celebre per i suoi canali che la attraversano in lungo e in largo e i suoi tulipani colorati mi è sembrata incredibilmente romantica. I canali sono costeggiati da case colorate e pittoresche, che spesso non hanno tende alle finestre – in molte città del nord si evitano tendaggi per favorire il più possibile il passaggio della luce e del calore del sole – lasciando intravedere la vita quotidiana dei loro abitanti. È così che, passeggiando lungo i canali, potete imbattervi in un bacio appassionato degno del più bel film d’amore o in un bel gattone che si crogiola al caldo del termosifone.  Le barche sui canali non sono solo mezzi di trasporto, alcune sono abitazioni, altre sono trasformate in hotel, ristoranti, musei o librerie e perfino in rifugio per gatti, come De Poezenboot. Si tratta di una casa galleggiante che ospita più di 50 gatti bisognosi di coccole e affetto. De Poezenboot, che significa “la barca dei gatti” in olandese, è gestita da volontari che si occupano di curare e adottare i felini. La barca si trova sul canale Singel, vicino alla stazione centrale, ed è aperta al pubblico tutti i giorni dalle 13 alle 15, tranne la domenica e il mercoledì. L’ingresso è gratuito, ma si accettano donazioni per sostenere il progetto.  Potete saperne di più visitando il sito ufficiale ed un altro sito dedicato.

Oltre a interminabili e chilometriche passeggiate (partire preparate e vestirsi a strati è fondamentale per non farsi fermare dal freddo) per vedere tutto quello che ci era concesso da soli due giorni di permanenza, ci siamo immerse nell’arte, nella cultura e nella storia di questa incredibile città che custodisce tesori artistici che affascinano e ispirano i visitatori di tutto il mondo. Tra le sue gemme abbiamo scelto di visitare il Van Gogh Museum, il Moco Museum e la Casa di Anna Frank, luoghi che offrono un’esperienza unica di scoperta e riflessione.

Il Van Gogh Museum: la vita e l’opera di un genio

La prima mattina ci siamo recate al Van Gogh Museum, un santuario dell’arte dedicato al genio tormentato del pittore olandese che ha rivoluzionato l’arte con il suo stile unico e la sua intensa espressione emotiva. Situato nel cuore della città, questo museo ospita la più grande collezione di opere di Van Gogh al mondo, con oltre 200 dipinti, 500 disegni e 700 lettere, che ripercorrono la sua vita e la sua evoluzione artistica. Tra i capolavori esposti, si possono ammirare i famosi Girasoli, il Mandorlo in fiore, la Camera da letto e i suoi Autoritratti. Il museo offre anche la possibilità di visitare mostre temporanee, partecipare a tour guidati, workshop e altre attività per tutte le età. Per prenotare i biglietti online e scoprire tutte le informazioni utili, si può consultare il sito ufficiale.

Purtroppo per Elena non erano presenti tutte le opere di Van Gogh. Mancavano all’appello proprio le sue preferite come il Campo di grano con volo di corvi (probabilmente in prestito presso qualche altro museo) e altre custodite altrove (L’orecchio tagliato del 1889; un autoritratto di Van Gogh con la fasciatura all’orecchio sinistro, dopo che se lo era reciso in seguito a un litigio con Gauguin è conservato al Courtauld Institute of Art di Londra) e un po’ troppo lontano per arrivarci, come La notte stellata (1889), forse il quadro più famoso di Van Gogh, che raffigura la vista dalla finestra della sua stanza nell’ospedale psichiatrico di Saint-Rémy-de-Provence, con un cielo turbolento e un paesaggio onirico. Il quadro, infatti, è esposto al Museum of Modern Art di New York.
Visitare il museo prima delle 11.00 ci ha assicurato una visita non troppo caotica e la possibilità di ammirare con calma i dipinti.

Uscite dal museo ci siamo trovate di fronte lo splendido spettacolo di una distesa di tulipani sistemati nella grande Museumplein (Piazza dei Musei). Il terzo sabato di gennaio, infatti, ogni anno si celebra la Giornata nazionale del tulipano in Olanda. In questa occasione, i produttori di tulipani donano i loro fiori ai cittadini, che possono raccoglierli gratuitamente da un enorme giardino allestito nella piazza dei musei. La giornata del tulipano segna l’inizio della stagione dei tulipani in Olanda, che dura da marzo a maggio.

Dopo aver assorbito l’energia degli incredibili colori di Van Gogh e dei tulipani abbiamo passato l’intera giornata a zonzo tra mercatini, street food (noi abbiamo gustato diverse cucine passeggiando per il mercato di Albert Cuypstraat), parchi ghiacciati e quartieri affascinanti spingendoci fino alla cittadina di Zaandam, che dista 12 km da Amsterdam ma che merita una visita per strane case colorate prossime alla stazione e i bellissimi mulini a vento. Ovunque per le strade di Amsterdam c’era gente con mazzi enormi di tulipani, peccato non averne presi ma li avremmo destinati a morte certa di lì a poche ore.

Il Moco Museum: l’arte contemporanea e di strada

In serata, in tempo utile per gustarlo con calma prima della chiusura, siamo tornate in Museumplein per visitare il Moco Museum, una tappa ideale per gli amanti dell’arte contemporanea. Situato all’interno di una splendida villa del 1904 nel quartiere dei musei di Amsterdam, il museo indipendente Moco (dispone di due sedi, una ad Amsterdam e una a Barcellona) celebra l’avanguardia artistica con una serie di esposizioni provocatorie e innovative. Qui, le opere di artisti moderni e contemporanei come Banksy, Andy Warhol e Salvador Dalí prendono vita in un ambiente eclettico e stimolante. Il Moco Museum propone mostre permanenti e temporanee, che spaziano da Basquiat ad Haring, da Koons a Kusama. Attraverso installazioni interattive, opere provocatorie e performance dal vivo, il Moco Museum sfida i confini dell’arte tradizionale, invitando i visitatori a esplorare nuove prospettive e a riflettere sulle sfide del nostro tempo offrendo loro una visione alternativa e innovativa dell’arte. Per acquistare i biglietti online e scoprire le mostre in corso, si può visitare il sito ufficiale. Il museo è piccolo e si visita in poco tempo, ottimo quando si è un po’ stanche dopo un’intera giornata in piedi per la città.

Amsterdam Light Festival

Irriducibili e temerarie, abbiamo concluso la serata camminando lungo i canali per ammirare le installazioni del festival delle luci che sarebbe terminato la sera successiva (in realtà abbiamo dovuto abbandonare abbastanza presto la passeggiata per un problema al ginocchio che mi ha tormentata per tutta la breve vacanza, ma questa è un’altra storia). Si tratta di un evento artistico che si svolge ogni anno ad Amsterdam, di solito tra dicembre e gennaio. Il festival consiste in una serie di installazioni luminose, create da artisti internazionali, che decorano la città e i suoi canali.  Ogni anno un tema diverso ispira le opere luminose esposte. Il festival si può ammirare sia a piedi che in barca, seguendo dei percorsi appositi. Il festival è gratuito, ma si possono acquistare dei biglietti per le crociere o per le visite guidate. Noi abbiamo scaricato a pagamento una app per poter seguire l’intero itinerario dell’Amsterdam Light Festival.

La casa di Anna Frank: faccia a faccia con lorrore della guerra

Il giorno successivo, alle 9.40 eravamo già in fila per visitare la Casa di Anna Frank, un luogo carico di storia e significato. Si tratta di un museo biografico dedicato alla giovane ebrea tedesca che, durante la Seconda guerra mondiale, si nascose con la sua famiglia e altre quattro persone in una dependance segreta di un edificio lungo il canale Prinsengracht. Nascosta dietro una modesta facciata nel cuore del quartiere Jordaan, la casa testimonia il coraggio e la resilienza di una ragazzina di 16 anni che passa le sue giornate a scrivere diari – in una teca è conservato quello con la copertina a quadretti rossi, il primo di essi – dove racconta le sue paure, le sue speranze, i suoi sogni e le sue riflessioni sul mondo. La visita si svolge attraverso le stanze dove i rifugiati vissero per due anni, prima di essere scoperti e deportati dai nazisti. Il museo conserva, oltre al diario originale di Anna, anche altri documenti e oggetti che testimoniano la sua vita e il suo destino. È un luogo speciale, carico di memoria e di dolore, che mi ha fatto provare rabbia, incredulità, compassione. Tutti dovrebbero visitarlo almeno una volta per riflettere sui valori della tolleranza, della libertà e dei diritti umani. Per prenotare i biglietti online e conoscere le modalità di visita, si può accedere al sito ufficiale.

La giornata è proseguita, come la precedente, macinando chilometri a zonzo per la città con pausa brunch presso The Breakfast Club dove assaggeresti davvero tutto (e con gli occhi lo abbiamo fatto!) e diverse soste ai market di quartiere per delle tisane da asporto che usavamo per tenere calde le mani infagottate dentro due paia di guanti.

Tony’s Chocolonely

Prima di sera siamo corse alla casa del cioccolato Tony’s, di cui avevamo letto in rete, per scoprire la storia e la missione di Tony’s Chocolonely, una marca di cioccolato olandese che si impegna a produrre cioccolato 100% senza schiavitù. La cioccolata Tony’s si distingue, infatti, dalle altre marche perché si è schierata contro la secolare storia di schiavismo e di sfruttamento minorile che domina il mercato del cioccolato. E allora perché non finanziare un’impresa che oltre al cioccolato vende anche un’integrità etica?  Nel nostro piccolo lo abbiamo fatto acquistando barrette di tutti i gusti e una simpaticissima mug.
La casa del cioccolato Tony’s occupa lo spazio di una vecchia fabbrica di biscotti in Oudebrugsteeg 15, dove si può assistere al processo di produzione del cioccolato grazie ad una parete vetrata che separa lo store dalla “fabbrica del cioccolato”. Si possono assaggiare le diverse varietà di gusto e creare la propria barretta personalizzata.

Una curiosa visita al Quartiere a luci rosse e al Red light secrets museum

Dopo una cena cinese (in due giorni abbiamo provato cucine provenienti da ogni parte del mondo!), prima di rincasare, un’ultima passeggiata e un ultimo museo nel quartiere forse più famoso di Amsterdam: il Red Light Secrets, il primo e unico museo al mondo dedicato prostituzione. Del resto, Amsterdam è nota per la sua cultura aperta e la sua visione rilassata su argomenti che sono stati fonte di controversie in altre parti del mondo. Il museo si trova al centro del famoso quartiere a luci rosse di Amsterdam e offre una panoramica unica dei dettagli e dei retroscena della professione più antica del mondo. È ospitato in una storica casa sul canale del XVII secolo con l’immancabile finestra da cui le lavoratrici del sesso cercano di farsi notare dai passanti per attirare clienti. Attraverso le stanze di una ricostruita abitazione/spazio di lavoro di una prostituta e supportate da tanti cartelli e un’audioguida abbiamo conosciuto il mondo nascosto di questa professione, ascoltato racconti in prima persona delle lavoratrici stesse e scoperto il loro punto di vista sull’argomento.
Red Light Secrets fa luce su questa professione in modo leggero e informativo e punta a rimuovere il tabù e la negatività generalmente associati all’argomento.

In conclusione, questo viaggio nell’arte è stato molto più di una semplice passeggiata tra i musei.
Amsterdam mi ha conquistata e consiglio a tutti di visitarla almeno una volta nella vita. È una città che offre arte, cultura e storia, ma anche divertimento e relax. Amsterdam è una città che sa sorprendere e incantare, sa emozionare e ispirare. Amsterdam è una città che non si dimentica. Amsterdam – e tutto ciò che abbiamo visto lo testimonia – è una città che sa guardare al passato con orgoglio e al futuro con fiducia. Non vedo l’ora di tornarci, magari tra qualche mese, quando lì sarà un po’ più caldo