Ogni passo avanti conta
Il saggio
Reuven Feuerstein, nato in Romania nel 1921, è stato uno psicologo cognitivo scampato alla Shoah, sbarcato in Israele nei primissimi anni della fondazione dello stato ebraico. Lì si trovò a gestire la grande azione di recupero educativo e scolastico dei sopravvissuti e della ondata di immigrazione dai diversi paesi che caratterizzò gli anni ’50 e ’60 in Israele. Allievo di Piaget e profondamente influenzato dalle idee di Vygotskij, a lui si deve l’elaborazione di un metodo particolarmente adatto a quelli che oggi definiremmo bisogni educativi speciali, legati all’epoca di Feuerstein alle contingenze storiche, ma dimostratosi negli anni successivi indicato per bambini e bambine con lieve ritardo mentale, con un esordio di disturbi nell’apprendimento, con sindrome di Down o con alle spalle esperienze di povertà educativa e sradicamento con perdita della continuità scolastica. Oggigiorno ci sono anche aziende che applicano il metodo Feuerstein in particolari situazioni in cui si voglia focalizzare l’attenzione sull’acquisizione di una determinata capacità che vada a modificare il bagaglio di conoscenze e competenze dell’individuo.
Cambiamento è, in effetti, la parola chiave alla base del metodo: a partire dalle capacità cognitive che possono modificarsi a seguito dell’intervento educativo in cui assume un ruolo fondamentale la figura del mediatore adulto. Si ritrovano così le idee di modificabilità dell’intelligenza, di sviluppo prossimale, di scaffolding che avevano caratterizzato la riflessione vygotskijana, ma con il valore aggiunto di associare queste premesse teoriche a un metodo codificato di intervento didattico, con tanto di strumenti e procedure che accompagnano la figura docente nella sua azione di mediazione.
Al metodo Feuerstein è dedicato il libretto di Susanna Piacenza “La valutazione che cambia. Una valutazione dinamica per il cambiamento evolutivo”, pubblicato da Franco Angeli (2024) nella collana Processi e Linguaggi dell’Apprendimento diretta da Roberto Trinchero. Nel libro, che costituisce un utile manuale pratico per docenti della scuola dell’infanzia e primaria, in special modo chi lavora nell’ambito del sostegno, si illustrano anche altri contributi caratterizzati da un simile approccio dinamico-evolutivo corredato da precisi strumenti di lavoro: dalla teoria di H. Carl Haywood, a quella di David Tzuriel, Carol S. Lidz e Ruthanne H. Jepsen.
L’autrice fa rientrare tutti questi approcci in quella che è definita la Valutazione Dinamica, mirata a far emergere le potenzialità del discente; una valutazione che precede, accompagna e segue i percorsi di potenziamento e risulta saldata imprescindibilmente alla didattica. Gli obiettivi di ciascuno dei metodi affrontati sono resi in forma operativa e osservabile. Attraverso una modalità test-mediazione-test guidata da strumenti codificati il valutatore è messo nelle condizioni di osservare il livello di sviluppo attuale e potenziale e individuare le vie che hanno accesso all’intelligenza e metterla in luce per favorire la manifestazione di funzionamenti cognitivi migliori.