L’etica “per giorni difficili” di Vito Mancuso
Il libro del mese
La crisi dell’etica ha raggiunto ai nostri giorni livelli allarmanti e insospettati. A provocarla non è soltanto l’emergere di nuove e complesse problematiche sollevate dalla presenza di nuove e pervasive tecnologie che sollevano interrogativi di non facile soluzione; è soprattutto l’assenza di criteri solidi per gestire la conoscenza e le modalità degli interventi dell’uomo. Si verifica infatti, a tale proposito, una discrepanza (non sanabile in tempi brevi) tra la rapidità con cui avviene l’evoluzione dei processi di trasformazione del contesto socio-culturale – è questa la ricaduta più significativa e problematica dell’ingresso delle nuove tecnologie – e la maturazione della coscienza che ha bisogno di tempi più lunghi per potersi adeguare a tale trasformazione e fruire dei benefici nel modo migliore.
Partendo dalla considerazione di questo disagio e mettendo con forza l’accento sul crescente bisogno di etica, Vito Mancuso affronta con lucidità e con lungimiranza in un recente, ponderoso saggio di quasi quattrocento pagine dal titolo eloquente e suggestivo Etica per giorni difficili (Garzanti, Milano 2022), la situazione odierna proponendo un modello di etica capace di misurarsi, senza la pretesa di esaurirle, con le questioni più scottanti del momento. Il volume, che si divide in due grandi parti tra loro strettamente correlate – Proposta teoretica e Temi e applicazioni pratiche – è costituito da una rassegna di testi che coprono quasi tutto l’arco della riflessione etica attuale: dai fondamenti filosofici e religiosi (i riferimenti non sono soltanto al riguardo biblico-teologici ma si estendono anche ai contributi delle diverse tradizioni religiose occidentali e orientali) alla definizione delle categorie che ne strutturano l’impianto – ad essere privilegiate sono coscienza, libertà e valori che ricorrono con grande frequenza – ai temi della sessualità – importanti sono le pagine dedicate alla questione omosessuale; dalla bioetica all’etica sociale e politica, fino all’etica ecologica.
La prima parte (Proposta teoretica), la più breve ma la più significativa e innovativa, mette bene a fuoco il modello al quale Mancuso si riferisce nell’approccio alle diverse tematiche. La unità organica secondo gli schemi tradizionali è da lui abbandonata in favore della proposta di un modo nuovo e originale di organizzare il contributo teoretico. La sua è un’etica autonoma, che ha le proprie radici nella relazionalità umana e che tende come obiettivo al superamento di sé e dei propri interessi personali in vista dell’incontro positivo con l’altro e con la stessa natura. “La vera differenza – egli scrive – non è tra chi crede e chi non crede, ma tra chi supera sé stesso per servire valori più alti e chi invece riporta tutto in sé” (p. 21).
A partire da questa convinzione Mancuso reagisce con fermezza, alla posizione di Nietzsche che fonda l’agire morale sull’istinto e sulla forza, proponendo la transvalutazione dei valori e contestando sia l’etica classica sia, a maggior ragione, quella cristiana, che accusa di essere la morale del debole e del sottomesso. Pur riconoscendo – purtroppo – che la valutazione economica si propone oggi come l’unica istanza ed avvertendo pertanto la necessità di dare centralità all’essere (e non all’agire e al fare) della persona, Mancuso ribadisce l’importanza dell’etica per la costruzione di una convivenza civile libera e giusta.
Nella seconda parte (Temi e applicazioni pratiche) Mancuso passa in rassegna – come già si è ricordato – le aree tematiche più rilevanti dell’odierno dibattito etico, mettendo anzitutto in luce i criteri generali che devono presiedere alla valutazione delle singole questioni relative tanto all’etica della persona quanto a quella sociale. È qui sviluppato a tale proposito il discorso metodologico, che fa riferimento in particolare a tre categorie: coscienza, libertà e responsabilità. Il fondamento coscienziale dell’etica si sviluppa in stretto rapporto con la libertà, che ne è il fattore costitutivo (non vi è esperienza etica laddove non vi è libertà e l’agire etico va definito in base al grado della presenza della libertà).
Ma la vera libertà non coincide con l’anarchia e l’indifferenza; comporta l’assunzione della responsabilità. Il richiamo è in questo caso all’etica weberiana, la quale implica che il giudizio morale venga, di volta in volta, espresso in base all’analisi delle conseguenze: un’etica in cui viene mantenuta la dialettica tra fine e mezzo, riconoscendo a quest’ultimo uno spessore morale e andando alla ricerca del “bene possibile” in situazione,, non di quello assoluto che è al centro dell’ “etica della convinzione”, la quale fa esclusivamente appello ai principi, peccando di astrattezza e di inefficacia.
Molti sono gli aspetti importanti che Mancuso evidenzia, e che mettono in luce le sue posizioni: dal rifiuto dell’indifferenza in favore dell’empatia alla umiltà come saggezza nell’agire; dalla fedeltà come autenticità e fiducia nell’altro alla già citata e innovativa presa di posizione assunta nei confronti dell’omosessualità; dalla forte critica di un’economia liberista alla richiesta di una politica trasparente e finalizzata al bene comune, fino all’urgenza di interventi riguardanti l’ecologia, divenuta la questione più preoccupante del momento attuale. Non manca inoltre la messa a fuoco di eventi negativi, quali la guerra, la malattia, l’eutanasia (Mancuso sostiene, a tale proposito, l’esigenza che si rispetti il diritto all’autodeterminazione, in nome della dignità dell’essere umano in quanto essere umano), l’odio e la morte.
Un libro, quello di Mancuso, che si inoltra con rigore nei complessi meandri dell’etica, mettendo in evidenza l’importanza di una spiritualità umanistica e l’esigenza di procedere in campo morale a una vera ricostruzione, la quale non consiste nel tornare indietro all’interesse personale, ma nel restituire un’anima al tessuto sociale, perseguendo l’utopia non in astratto ma come possibilità di mettere in atto un processo di effettivo rinnovamento. Un libro che si rivolge dunque, per la chiarezza e l’eleganza del linguaggio, nonché per la ricchezza dei contenuti, a tutti gli uomini di buona volontà che vanno alla ricerca del bene delle singole persone e dell’intera società.