ecologia e ambiente
L’unione fa la forza… energetica
Una comunità energetica è una associazione di persone, enti, imprese o attività commerciali che si uniscono per produrre e condividere energia rinnovabile e pulita attraverso specifici impianti costruiti ad hoc. L’obiettivo principale è ridurre gli sprechi energetici e promuovere l’uso di fonti sostenibili. Queste comunità (CER – Comunità Energetiche Rinnovabili) rappresentano un passo importante verso un sistema energetico più sostenibile e decentralizzato.
Tutti noi conosciamo il detto l’unione fa la forza, ed è quasi sempre vero, ma se oltre a dare forza fornisse energia a prezzo vantaggiosi?
È quello in cui hanno creduto e su cui hanno investito le oltre 30 Comunità energetiche rinnovabili (Cer) nate in Italia negli ultimi anni e che stanno sperimentando la produzione e consumo di energia in maniera autonoma e da fonti rinnovabili[1].
A queste comunità pioniere potrebbero aggiungersene presto altre grazie ad una normazione più precisa e unitaria a livello nazionale. Se prima, infatti, le varie Cer dovevano far riferimento – per le varie procedure di creazione ed avvio – a norme regionali o comunali dallo scorso 24 gennaio le comunità energetiche rinnovabili sono regolamentate a livello nazionale dal decreto del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica n. 414 del 7 dicembre 2023, in vigore dal 24 gennaio 2024 e noto come Decreto CER. Tra le sue principali disposizioni esso prevede:
Tariffa Incentivante: verrà applicata una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa su tutto il territorio nazionale, dai piccoli comuni alle città metropolitane. La potenza massima agevolabile è di 5 gigawatt, con una scadenza fissata a fine 2027.
Contributo a Fondo Perduto: Il decreto prevede un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi ammissibili per le comunità i cui impianti sono realizzati nei comuni con meno di 5.000 abitanti. Questo finanziamento è previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e supporterà lo sviluppo di due gigawatt complessivi.
I due benefici possono essere cumulabili.
Entro 45 giorni (ormai ci siamo) dall’approvazione delle regole operative che disciplineranno le modalità e le tempistiche di riconoscimento degli incentivi da parte del Ministero, previa verifica da parte dell’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente) e su proposta del Gestore dei Servizi Energetici, Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) metterà in esercizio i portali attraverso i quali sarà possibile presentare le richieste. Lo stesso fornirà documenti, guide informative e canali di supporto dedicati sul suo sito istituzionale (www.gse.it) per assistere gli utenti nella costituzione delle CER. In collaborazione con il MASE, verrà lanciata una campagna informativa per sensibilizzare i consumatori sui vantaggi del nuovo meccanismo.
Chi può accedere agli incentivi
Gli incentivi si applicano agli impianti a fonti rinnovabili, inclusi i potenziamenti, con una potenza nominale massima non superiore a un megawatt. Le comunità energetiche rinnovabili devono essere regolarmente costituite alla data di presentazione della domanda di accesso agli incentivi.
I benefici derivanti dalla costituzione delle comunità energetiche, oltre ai prezzi più competitivi, sono la riduzione degli sprechi energetici con l’ottimizzazione della produzione e il consumo locali, e l’uso di un’energia pulita derivante da fonti rinnovabili, che riduce la dipendenza dai combustibili fossili, un valore sociale aggiunto dato dal fare comunità.
Le comunità energetiche, dunque, rappresentano una soluzione innovativa per promuovere l’uso di energia rinnovabile e la sostenibilità energetica a livello locale, coinvolgendo attivamente i cittadini e le imprese nella gestione responsabile dell’energia.
Alcuni esempi
A testimonianza della praticabilità di questa via vi sono alcune comunità energetiche che hanno avuto grande successo in Italia. È il caso delle Comunità Energetiche Comunali a Magliano Alpi: nel 2020, il Comune di Magliano Alpi, in provincia di Cuneo, ha istituito la prima comunità energetica rinnovabile italiana chiamata “Energy City Hall”. Questa comunità coinvolge edifici pubblici, famiglie, professionisti e artigiani. L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla collaborazione con l’Energy Center del Politecnico di Torino.
Menzione meritano anche le Comunità Energetiche in Agricoltura di Ragusa, dove quattro aziende agricole con una superficie totale di 60 ettari hanno creato la prima comunità energetica per la condivisione di energia. Hanno installato un impianto fotovoltaico da 200 kW sulle coperture degli immobili agricoli. L’energia prodotta viene condivisa tra le aziende stesse, contribuendo a massimizzare l’autoconsumo locale.
Una forma un po’ diversa dalle Cer ma che possono comunque dare buoni risultati sono i gruppi di autoconsumo[2], come l’Autoconsumo Collettivo a Pinerolo (TO) dove è stato inaugurato il primo condominio in autoconsumo collettivo d’Italia. L’edificio è stato oggetto di riqualificazione energetica profonda e dispone di un impianto fotovoltaico e solare termico.
Requisiti per costituire una comunità energetica
Siete curiosi o interessati alla costituzione di una Cer? Allora dovete sapere che una comunità energetica è a tutti gli effetti un soggetto giuridico a sé. Può essere costituita da associazioni, cooperative, enti del terzo settore, partenariati, consorzi e organizzazioni senza scopo di lucro. Tutti i membri della comunità devono essere titolari di punti di connessione di reti elettriche di bassa tensione relativi alla stessa cabina di trasformazione in media/bassa tensione. Una volta costituito il soggetto giuridico, per avviare una comunità energetica, occorrono redigere diversi documenti, come:
- Istanza di accesso ai punti di immissione energetica all’interno della comunità;
- Mandato al rappresentante legale della comunità, che dovrà essere eletto e avrà il compito di monitorare flussi, energetici e monetari;
- Regolamento della ripartizione degli incentivi per l’autoconsumo collettivo
- Statuto dell’impresa sociale;
- Delega di pagamento al rappresentante legale della comunità delle bollette elettriche societarie (eventuali).
Quali sono i vantaggi del costituire una comunità energetica?
Come già accennato, la costituzione di una comunità energetica offre diversi vantaggi sia per i partecipanti che per l’ambiente che principalmente sono:
Autoconsumo Collettivo: le comunità energetiche consentono ai membri di condividere l’energia prodotta localmente. Questo significa che l’energia generata da pannelli solari, turbine eoliche o altre fonti rinnovabili può essere utilizzata da tutti i partecipanti, riducendo la dipendenza dalle reti centralizzate.
Riduzione delle Bollette Energetiche: grazie all’autoconsumo collettivo, i consociati della comunità possono risparmiare sulle bollette energetiche. L’energia prodotta localmente è spesso più economica rispetto all’energia acquistata dalla rete.
Promozione delle Energie Rinnovabili: le comunità energetiche incentivano l’uso di fonti rinnovabili, contribuendo alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla lotta contro il cambiamento climatico.
Coinvolgimento Locale: partecipare a una comunità energetica crea un senso di coinvolgimento e responsabilità locale. I membri possono collaborare per prendere decisioni riguardanti l’energia e l’ambiente.
Resilienza Energetica: le comunità energetiche possono aumentare la resilienza energetica delle aree locali. In caso di interruzioni della rete, i membri possono continuare a usufruire dell’energia prodotta internamente.
Un modo innovativo per promuovere l’energia pulita, coinvolgere la comunità locale e ridurre l’impatto ambientale.
Quali sono gli svantaggi o le sfide associate alle comunità energetiche?
Nonostante gli indubbi vantaggi offerti dal far parte di una comunità energetica prima di prendere una decisione al riguardo vanno considerate anche le sfide e gli svantaggi ad essa associati. È bene, infatti, tenere conto di alcuni aspetti:
Complessità Amministrativa: la creazione e la gestione di una comunità energetica richiedono una serie di procedure amministrative. Questo può essere complicato per i membri, soprattutto se non hanno esperienza nel settore energetico.
Costi Iniziali: l’installazione di impianti rinnovabili e la creazione di una rete di distribuzione all’interno della comunità richiedono investimenti iniziali. Questi costi possono essere un ostacolo per alcune persone con scarse disponibilità economiche.
Condivisione delle Risorse: la condivisione dell’energia tra i membri può essere complessa. È necessario stabilire regole chiare sulla ripartizione dell’energia prodotta e sui pagamenti tra i partecipanti.
Dimensioni della Comunità: le comunità energetiche funzionano meglio quando coinvolgono un numero significativo di membri. Le piccole comunità potrebbero non ottenere gli stessi benefici delle grandi.
Variazioni Climatiche: l’efficienza delle fonti rinnovabili può variare a seconda delle condizioni climatiche. In alcune regioni, l’energia solare o eolica potrebbe non essere costante e, di conseguenza, incidere sul rendimento dell’impianto.
Gestione delle Emergenze: durante interruzioni di rete o situazioni di emergenza, la comunità deve essere in grado di gestire l’energia in modo efficace. La resilienza è fondamentale.
Coinvolgimento Attivo dei Membri: una comunità energetica richiede il coinvolgimento attivo dei membri. La partecipazione e la collaborazione sono essenziali per il successo.
È importante affrontare queste sfide in modo proattivo per garantire il funzionamento efficace e sostenibile delle Comunità energetiche
Quali sono le migliori pratiche per superare queste sfide?
Per superare le sfide associate alle comunità energetiche, è auspicabile l’introduzione da parte delle autorità competenti di alcune buone pratiche che portino ad una maggiore consapevolezza nei consumatori e diano loro supporto finanziario e tecnologico per la creazione e il corretto funzionamento delle stesse.
Consapevolezza e informazione: incontri, workshop o campagne informative possono aiutare a coinvolgere i membri e a spiegare il funzionamento del modello. Questo consente di creare consapevolezza riguardo ai benefici delle comunità energetiche è fondamentale.
Incentivi finanziari e semplificazione delle regolamentazioni: incentivi finanziari come agevolazioni fiscali, sovvenzioni o contributi per coprire i costi iniziali di installazione degli impianti rinnovabili sono fondamentali per rendere più attraente la partecipazione alla comunità. Altresì, semplificare le procedure amministrative e le regolamentazioni per la creazione e la gestione delle comunità energetiche riducendo gli ostacoli burocratici può facilitare la partecipazione dei membri.
Infrastruttura di supporto e trasferimento tecnologico ricerca e innovazione: creare una struttura di supporto per la gestione delle comunità energetiche che includa risorse tecniche, consulenza legale e assistenza nella pianificazione e nell’implementazione può facilitare lo sviluppo di nuove comunità, come pure il trasferimento tecnologico tra le comunità energetiche. Condividere le migliori pratiche, le esperienze e le soluzioni innovative, infatti, può aiutare a superare le sfide comuni. È altrettanto importante investire nella ricerca e nell’innovazione per affrontare specifiche sfide come, ad esempio, sviluppare nuove tecnologie di accumulo energetico o migliorare l’integrazione con la rete elettrica.
Coinvolgimento attivo dei membri: decisioni collaborative e partecipazione attiva sono essenziali per il successo di tali realtà, per questo è indispensabile coinvolgere attivamente i membri nella gestione e nella governance della comunità.
Come posso partecipare a una comunità energetica?
Conosci una Cer di cui vuoi entrare a far parte o ne stai cercando una? Per partecipare a una comunità energetica, inizia informandoti sulle comunità energetiche nella tua zona. Cerca online, partecipa a incontri pubblici o consulta le autorità locali per scoprire se esistono già comunità attive nella tua comunità o se ci sono progetti in corso. Partecipare alle riunioni o agli eventi organizzati dalle comunità energetiche esistenti ti permetterà di conoscere altre persone interessate e di apprendere dai loro successi e sfide.
Se non esiste ancora una comunità energetica nella tua zona, considera di avviare un progetto tu stesso. Identifica un’opportunità, ad esempio l’installazione di pannelli solari su un edificio pubblico o la creazione di una rete di scambio di energia tra case vicine. Per far questo parla con i tuoi vicini, amici o colleghi e coinvolgili nell’idea di creare una comunità energetica. Più persone partecipano, maggiore sarà l’impatto. Prima di partire valuta la fattibilità tecnica ed economica del progetto. Considera aspetti come il costo iniziale, i tempi di ritorno sull’investimento e la manutenzione degli impianti; dovrai poi decidere quale forma giuridica avrà la comunità energetica. Potrebbe essere un’associazione, una cooperativa o un’altra struttura legale.
Se il progetto viene approvato, dovrai procedere con l’installazione dell’impianto energetico (potrebbe trattarsi di pannelli solari, turbine eoliche o altre fonti rinnovabili) e, una volta che l’impianto è operativo, l’intera comunità dovrà gestire la produzione, il consumo e lo scambio di energia monitorando i dati di produzione e consumo e assicurarsi che tutto funzioni correttamente.
Ora che ci sei dentro, partecipa alle decisioni della comunità, contribuisci con le tue competenze e promuovi l’uso responsabile dell’energia. La comunità energetica condividerà i benefici dell’energia prodotta. Questo potrebbe tradursi in risparmi economici o in un impatto positivo sull’ambiente.
Ogni comunità energetica è unica e può adattarsi alle esigenze locali e, insieme a tutte le altre contribuire ad una gestione energetica più sostenibile.
[1] Introdotte in Italia dalla Direttiva Europea RED II (2018/2001/UE) sono state fino ad ora regolate dal Decreto Milleproroghe 162/2019.
[2] I gruppi di autoconsumo collettivo (Auc) costituiscono un’opportunità per iniziare ad autoprodurre e condividere energia rinnovabile su piccolissima scala. Per costituire un Auc, infatti, bastano due persone risiedenti in un unico edificio o condominio che si uniscono per produrre, ad esempio, energia rinnovabile attraverso un impianto fotovoltaico collocato sul tetto.