Cronache brevi dell’animo umano

Tante storie

Nemirovsky

Irène Némirovsky
Il carnevale di Nizza e altri racconti
A cura di Teresa Lussone
Adelphi, 2025, pp. 310
€ 19

La raccolta “Il carnevale di Nizza e altri racconti”, pubblicata da Adelphi e curata da Teresa Lussone, offre uno spaccato delle prime opere di Irène Némirovsky, svelandoci il talento precoce di una scrittrice capace di combinare lucidità psicologica, sperimentazione stilistica e uno sguardo impietoso, ma profondamente umano, sulle dinamiche della vita.

Questi racconti non sono semplici prove giovanili: rappresentano un genere autonomo in cui Némirovsky dimostra piena padronanza della forma breve, capace di catturare l’intensità emotiva in poche pagine, giustapponendo ironia, malinconia e profondità psicologica.

Nata a Kiev nel 1903 e morta ad Auschwitz- Birkenau nel 1942, Irène Némirovsky (Irina alla nascita, poi francesizzato in Irène quando si stabilì a Parigi) visse una vita segnata dall’esilio e dalla persecuzione. Cresciuta in una famiglia ebrea benestante, per sfuggire al regime sovietico che si era instaurato dopo la rivoluzione e per il quale i Némirovsky erano nemici di classe lasciò la Russia, passando per i paesi scandinavi fino a stabilirsi in Francia dal 1919, dove sviluppò il suo talento letterario in lingua francese. Il successo arrivò con romanzi come David Golder (1929) e Il ballo (1930), ma la sua capacità di osservare l’animo umano con empatia e crudezza emerge già nelle sue opere brevi giovanili qui raccolte. Nonostante in David Golder Irène Némirovsky avesse offerto una rappresentazione spesso caricaturale degli ebrei, al punto da essere tacciata di antisemitismo, fosse apertamente anticomunista e non avesse mai preso una posizione esplicita contro il nazismo, la sua origine ebraica non le risparmiò la deportazione ad Auschwitz, dove trovò la morte nel 1942. Oltre cinquant’anni dopo la sua scomparsa vi fu per Némirovsky una nuova ondata di successo a seguito della pubblicazione, nel 2004, del suo ultimo romanzo incompiuto Suite francese.

La scrittura di Némirovsky riflette un mondo lacerato, ma ricco di bellezza e contraddizioni. Questi racconti pubblicati da Adelphi, scritti tra gli anni ’20 e ’30, mostrano una varietà sorprendente di temi: dalla frivolezza delle avventure giovanili, come quelle della svampita Nonoche, protagonista dei primi quattro testi scritti in forma di copioni teatrali da Némirovsky appena diciottenne, alla malinconica riflessione sulle occasioni perdute in racconti come Una colazione in settembre o Le rive felici. Némirovsky, giovanissima, già padroneggia una scrittura capace di coniugare leggerezza narrativa e introspezione.

Il suo talento emerge anche nella capacità di adattare tecniche cinematografiche, come il flashback e il montaggio, per intensificare l’impatto emotivo. In racconti come La sinfonia di Parigi e Il carnevale di Nizza, l’influenza del cinema traspare chiaramente, conferendo dinamismo alla narrazione.

Molti racconti riflettono un laboratorio creativo in cui Némirovsky sperimenta e affina i temi che caratterizzeranno in seguito le sue opere mature. Il desiderio di libertà, la solitudine, l’ipocrisia borghese e il conflitto generazionale appaiono già definiti, come in I fumi del vino o Fraternità. In particolare, i personaggi femminili, spesso ispirati alle sue esperienze personali, risultano complessi e stratificati, muovendosi in un equilibrio delicato tra sogno e disillusione.

La raccolta è completata dal manoscritto incompiuto I giardini di Tauride, risalente al 1934, ma rinvenuto solo nel 2014 dall’allora dottoranda di ricerca Elena Quaglia, la cui edizione critica è qui riprodotta riportando le incertezze e i ripensamenti della scrittura di Némirovsky e lasciando, come nel manoscritto, che il racconto si alterni alle riflessioni della scrittrice.