Come un tuono

Illustrazione di Dianella Fabbri

La voce del SIGNORE è potente…

La voce del SIGNORE rompe i cedri;

Fa saltellare i monti come vitelli…

il Libano e l’Ermon come giovani bufali.

La voce del SIGNORE fa guizzare i fulmini.

La voce del SIGNORE fa tremare il deserto;

La voce del SIGNORE fa partorire le cerve

e sfronda le selve

(Salmo 29)

Lidia: Come ci raggiunge Dio con la sua voce? Nel Salmo precedente ponevamo la domanda su come Dio raggiunga l’orante che lo invoca. Ed ecco un Salmo che mette a tema la questione. Non siamo così ingenui da pensare che si produca un suono, udibile alle orecchie. Non consideriamo Dio alla stregua degli altri attori storici, che calcano la scena del mondo facendo udire la loro voce e rivolgendosi ad un interlocutore. Questo modo di intendere la parola di Dio ci sembra mitico o miracolistico, difficile prestargli fede. Nello stesso tempo, ci interroghiamo e cerchiamo spiegazioni alternative.

Angelo: come parla Dio? Le Scritture ricorrono perlopiù al linguaggio antropomorfico – è come un essere umano, con gambe per camminare, occhi per vedere, braccia per operare e bocca per parlare – ma non dimenticano che si tratta di un’analogia: in parte uguale, in parte differente. Per quanto noi umani siamo stati fatti a sua immagine e somiglianza, Dio rimane Dio, non è un essere umano. Dio abita nei cieli. Ed è da lì che ci giunge la sua voce. È quanto leggiamo in questo Salmo. La voce di Dio è un tuono. Qualcuno dirà: ancora peggio! Se le immagini antropomorfiche non sembrano spiegarci come Dio agisca e parli nella storia, tanto meno queste metafore naturali, ormai in possesso della scienza. Almeno le prime mantengono un richiamo poetico, evocativo; ma queste…: chi di noi pensa a Dio, quando si scatena la tempesta? Ci sentiremmo dei primitivi, privi di una conoscenza razionale dei fenomeni.

Lidia: il teologo Rudolf Bultmann, un secolo fa, aveva colto il problema. Non si può usare la corrente elettrica e continuare a credere nei miracoli. Almeno, non in senso magico, non pensando che il rombo del tuono sia la voce di Dio. Tra il linguaggio mitico e il nostro ci sono Copernico, Galileo, l’Illuminismo, per non parlare delle più recenti scoperte. Proprio a partire da questa differenza qualcuno propone una fede post-teista, che si ripensa radicalmente alla luce del nuovo paradigma scientifico. Ma che ne è delle Scritture, il cui immaginario risale ai tempi antichi? Che ne è dei Salmi, dove ci si rivolge a Dio come ad una persona, chiedendogli di intervenire nella storia, di salvarci dal mare di guai in cui affondiamo?

Angelo: questo è il nodo, da non spezzare troppo facilmente, da sciogliere con pazienza. Personalmente, mi metto in ascolto di tutti coloro che s’interrogano sui modi con cui Dio si fa presente nella nostra storia. Come per la Bibbia, anche la teologia vive di dibattiti: ben vengano, dunque, nuove ipotesi interpretative. Penso anche che si possa tenere aperta la domanda critica su come concretamente Dio ci raggiunga e ci parli, senza che per questo le immagini bibliche smettano di parlarci. Posso sapere in che cosa consista il fenomeno del tuono e, nello stesso tempo, stupirmi della potenza della metafora che intende la voce di Dio come quella del tuono. Metafora potente, che mette sottosopra le nostre concezioni della parola; che ci spinge oltre i recinti dell’informazione e persino del significato. Perché, se da una parte il tuono apre squarci di senso a proposito della potenza della parola, dall’altra rompe non solo i cedri del Libano ma anche la pianta delle nostre convinzioni, dei nostri saperi strumentali.

Lidia: Guarda, il cielo si fa cupo… e da lontano la breccia di un lampo illumina l’orizzonte. E poi la voce del tuono che spezza il silenzio e fa udire la sua potenza. Dapprima rumore lontano, poi sempre più vicino fino al rimbombo. Giocando sul doppio significato ebraico della parola «qol», come voce e tuono, il salmista ci parla di Dio facendoci assistere ad un temporale che avanza sempre più forte e minaccioso. La sua furia spaventa ed affascina: chi può resistergli? Spesso la parola divina è voce che interpella e indica cammini ma qualche volta è boato che ci smarrisce. Il Dio che viene come un ladro, a rubarci le nostre certezze, ci parla come un tuono. Impossibile non essere scossi.