Viaggio intimo nell’infinito
Tante storie

Samantha Harvey
Orbital
NN Editore, 2025, pp. 176
€ 18
Vincitore del Booker Prize 2024, Orbital di Samantha Harvey giunto in Italia grazie a NN Editore è un’opera che sfida la narrazione tradizionale, intrecciando riflessioni filosofiche, descrizioni mozzafiato e un’esplorazione profonda della condizione umana. Il romanzo segue sei astronauti di diverse nazionalità durante un solo giorno sulla Stazione Spaziale Internazionale, periodo in cui completano sedici orbite attorno alla Terra. Attraverso il loro sguardo, Harvey dipinge un affresco capace di trasformare l’immensità dello spazio in un luogo intimo e poetico.
Non c’è una vera e propria trama in Orbital, almeno non nel senso tradizionale. Il libro si sviluppa in una sequenza di immagini e pensieri, scanditi dal ripetersi incessante delle orbite. Ogni capitolo corrisponde a un’orbita e si sofferma su momenti di quotidianità sospesa: la preparazione dei pasti liofilizzati, gli esercizi fisici per contrastare l’atrofia muscolare, le conversazioni con i familiari lontani, il semplice atto di osservare la Terra da una distanza siderale. Questo schema circolare contribuisce a creare un senso di ciclicità ipnotica, come se il tempo, in assenza di un punto di riferimento stabile, perdesse ogni significato lineare.
I sei astronauti protagonisti del romanzo non sono caratterizzati in modo tradizionale. Ognuno porta con sé un passato, legami e preoccupazioni che si insinuano nei loro pensieri, ma ciò che li distingue si dissolve progressivamente in una coscienza collettiva. Harvey utilizza una metafora potente per descriverli: Pietro è la mente, Anton il cuore, Roman le mani, Chie la coscienza, Shaun l’anima e Nell il respiro. Questa fusione simbolica suggerisce che, al di là delle differenze individuali, essi rappresentano un’unica entità, un microcosmo dell’umanità in bilico tra la contemplazione del pianeta e il senso di isolamento.
I sei protagonisti fluttuano nella Stazione Spaziale Internazionale, osservando la Terra scorrere sotto di loro. Tra sogni condivisi e rituali quotidiani, la vita in microgravità assume un ritmo ipnotico. La Terra è al tempo stesso casa e mistero, un legame che li tiene sospesi tra nostalgia e meraviglia.
Il tempo scorre diversamente nello spazio, con giorni e notti che si ripetono ogni 90 minuti e dalla Terra giungono ricordi come un quadro di Velázquez o notizie tragiche come la morte della madre.
Vista da lassù sembra un pianeta disabitato, un luogo alieno, ma forse è solo un mondo che continua senza di loro. La mancanza della vita terrestre si sente e allo stesso tempo ci si fonde sempre più con la stazione spaziale e la sua routine di attività ed esperimenti.
Più la Terra appare meravigliosa, fragile e misteriosa, più cessa di trovarsi al centro di tutto e gli astronauti si sentono contemporaneamente insignificanti e privilegiati.
Harvey scrive con precisione lirica. Le sue descrizioni della Terra vista dallo spazio sono dipinti in parole: le coste illuminate di notte sono fili d’oro intrecciati, i deserti del Sahara pennellate d’acquerello, le tempeste tropicali si gonfiano in vortici spettacolari: una vertigine visiva che oscilla tra il sublime e il terrificante, tra la magnificenza della natura e la consapevolezza della sua fragilità.
Sebbene Orbital non sia apertamente un romanzo di denuncia, il tema ecologico è onnipresente. Dall’alto, i confini politici svaniscono, ma le cicatrici lasciate dall’uomo sul pianeta sono evidenti: foreste disboscate, ghiacciai in ritirata, oceani inquinati. Gli astronauti, osservando la Terra, si rendono conto di quanto sia fragile e preziosa, e di come la nostra esistenza dipenda da un equilibrio sempre più precario. Di fronte all’immensità dell’universo l’umanità appare minuscola, effimera, ma proprio per questo ogni gesto, ogni legame, ogni emozione diventa infinitamente significativo.Orbital è un’opera ambiziosa e poetica, un romanzo che trasforma la vastità dello spazio in un luogo di riflessione interiore. Harvey riesce nell’impresa di rendere tangibile l’indicibile, di dare voce all’assoluto silenzio del cosmo. Forse non è un libro per tutti, ma per chi ne sarà catturato, sarà un’esperienza ipnotica, un viaggio nell’infinito dritti al cuore dell’esistenza umana.