Viaggio nella psiche (per immagini)
Che spettacolo!

Paul Duncan
Tutti i film di Stanley Kubrick
Lindau, 2025, pp. 160
€ 16.50
Viene recentemente riproposto, edizioni Lindau, il testo di Paul Duncan: “Tutti i film di Stanley Kubrick”. Classe 1928, ci lascia nel 1999, avendo fatto appena in tempo a visionare, privatamente, la sua ultima fatica, “Eyes Wide Shut”, con una delle coppie regine di Hollywood fine secolo, Cruise/Kidman.
È senza dubbio uno dei miei registi preferiti: ma richiede, anzi, impone una visione attenta e costante, nella concentrazione: appunto, a mente aperta: si può dire che già a soli trent’anni, firma quello che ritengo il “Peplum”, il film ambientato nel Mondo Romano, più acuto, asciutto e profondo, di una lunghissima lista di pellicole.
Gli appassionati potrebbero obiettare che, nello stesso periodo a Roma si girava lo strapluripremiato “Ben Hur”, di William Wyler, con Charlton Heston. E certo, da un punto di vista più tradizionale e popolare, il successo trionfale arriso alla pellicola americana (a cui prende parte uno stuolo di manovalanza tutta italiana per quasi un anno di riprese, inclusi i debutti di Giuliano Gemma e Lando Buzzanca), rende questa pellicola tra i monumenti visivi del cinema del Novecento.
L’uscita, quasi contemporanea di “Spartacus” con la coppia Douglas/Simmons, ebbe accoglienza molto tiepida, e parecchie critiche: le stesse che tre anni prima gravano su un altro capolavoro antimilitarista, “Orizzonti di Gloria”, con Douglas/Macready/Menjou.
Già questi primi “viaggi” nelle turbe mentali dei protagonisti, di varie epoche, ambienti sociali, politici e ideologici, mostrano il regista diverso, sempre spiazzante, già esigentissimo con attori affermatissimi se non divizzati.
Un film di Kubrick, lo ripeto, chiama in causa la coscienza e, date le dimensioni, la pazienza dello spettatore. Lo si deve vedere predisposti e preparati. Non annoia mai, o quasi; pure se ci porta a riflessioni e a conclusioni amare, moralmente anche spietate.
Verrebbe da dire che, tanto più gli impianti visivi di “Spartacus”, “Il Dottor Stranamore”, “2001, Odissea nello Spazio”, “Arancia Meccanica”, “Barry Lyndon”, “Shining”, “Full Metal Jacket” fino all’estremo e ultimo gigante, appunto “Eyes Wide Shut”, sono connaturatamente grandiosi, pur spaziando (e appunto spiazzando!) in epoche e ambienti mostruosamente diversi: quanto dietro, dentro a questa ubriacatura di immagini superbe, si annidano storie traboccanti di spunti apparentemente senza fine.
Recensire, in maniera pur sintetica, gli otto titoli riportati, porterebbe questo articolo a dimensioni “giurassiche”: e varrebbe solo un libro, la preparazione e le vicende dietro a ognuno di questi film.
Le intime dinamiche del potere, balzando da Roma Antica, alla Prima Guerra Mondiale e all’Era Atomica. Le riflessioni sulla trappola disumana della tecnologia. Il piacere e il godimento della ferocia trasgressiva della specie umana. I “Simulacri” (per dirla con Epicuro/Lucrezio) della ricchezza e del prestigio e le loro miserie. La estrema complessità dei rapporti eterosessuali, ingigantita quasi al terrore, dell’ultimo lavoro.
Certo, un libro di critica cinematografica, su un genio (da alcuni definito anche “Il Messia” del grande schermo). Ma ci vedo molto altro, e molto oltre. Rileggiamo ogni tanto, per esempio la voce “Temi ricorrenti”; e più ancora “Senso Recondito”. Una medicina potente, per la mente e, da convinto cristiano, anche per l’Anima.