Il Paese che (non) muore

Tante storie

Ruganti

Nicola Ruganti
Meglio che qua
Prefazione di Luigi Cancrini
Postfazione di Giovanni Zoppoli
Illustrazioni di Luca Dalisi
Edizioni il barrito del mammut, 2023, pp. 148
€ 12

Nicola Ruganti, con la raccolta di racconti intitolata “Meglio che qua”, pubblicata nel 2023 da “edizioni il barrito del mammut”, ci offre uno sguardo crudo e poetico sulla quotidianità di personaggi spesso invisibili, dimenticati dalla società, ma che rappresentano l’essenza di un’Italia in bilico tra disillusione e speranza. Attraverso una scrittura minimalista e lucida, Ruganti dipinge un affresco di vite comuni, intrise di contraddizioni, dolore, ma anche di una tenace ricerca di felicità.

Lo si sarebbe definito un tempo un testo militante, se non fosse che oggi è anche con la crisi della militanza e la perdita di egemonia culturale che l’autore cerca di fare i conti, scegliendo la forma della narrazione scevra dall’ideologia. Ripartire dalle storie, in questo caso scritte, ma anche vissute sui territori, come per il Centro Mammut di Scampia che pubblica il libro o l’esperienza di consigliere comunale, eletto con una lista civica, a Pistoia dell’autore nel quinquennio 2012-17 o le altre iniziative di intellettuale engagé. Non è un caso che il testo sia dedicato ad Alessandro Leogrande, giornalista e scrittore prematuramente scomparso, dopo essersi occupato di caporalato e immigrazione in quella sorta di inchiesta sul campo che qui funge da ispirazione.

Se è vero che molti dei sedici racconti di “Meglio che qua” si concentrano su personaggi che vivono ai margini della società, individui che spesso emergono solo in occasione di tragedie o lutti, come sottolinea Luigi Cancrini nella prefazione, troviamo anche cronache da una realtà che ha preso il sopravvento, come quella di uno dei racconti più efficaci del libro, dedicato al pubblico di un comizio di Piazza San Giovanni a Roma – la storica piazza delle sinistre – durante una manifestazione del centro-destra. Ruganti sceglie di dare voce a queste esistenze, senza cedere alla faziosità o scadere nel vittimismo, raccontando storie di adolescenti, adulti disillusi, famiglie in crisi e persone che lottano per sopravvivere in un mondo che sembra averli dimenticati.

I temi affrontati sono molteplici: dalla crisi sociale e politica alla pandemia, dalla guerra in Ucraina alle tensioni familiari. Ruganti non si limita a descrivere il disagio, ma cerca di immergere il lettore nelle emozioni e nei pensieri dei suoi personaggi, creando un senso di immedesimazione che è forse il vero atteggiamento che può soppiantare la militanza di un tempo. Attraverso dialoghi asciutti e descrizioni precise, l’autore riesce a catturare l’essenza di un’Italia che, nonostante tutto, continua a cercare un senso nella propria esistenza.

Ogni storia è un pezzo di vita, un momento di rottura o di riflessione che lascia il lettore con una sensazione di incompiutezza e frammentarietà. Lo stile è essenziale, quasi fotografico, con una narrazione in terza persona che mantiene un distacco apparente, ma che nasconde una profonda empatia verso i protagonisti.

I personaggi di Ruganti sono figure comuni, ma allo stesso tempo complesse: adolescenti che cercano di capire il mondo, adulti che lottano contro la disillusione, genitori che cercano di proteggere i propri figli da un futuro incerto. Attraverso di loro, l’autore esplora temi come la solitudine, la rabbia, la speranza e la ricerca di un senso in un mondo che spesso sembra privo di significato.

Il titolo “Meglio che qua” racchiude in sé un dilemma esistenziale: rimanere nella propria situazione, per quanto dolorosa, o cercare di cambiare, affrontando la fatica di guardare le cose da un altro punto di vista? È un interrogativo che parte dai personaggi descritti, ma arriva diretto anche a chi legge e sembra vissuto in primis da chi scrive, in una sorta di grande questione – la Questione – dei nostri tempi. Ruganti non offre risposte facili, ma invita il lettore a riflettere sulle proprie scelte e sulla possibilità di trovare un senso anche nelle situazioni più difficili.

Le illustrazioni di Luca Dalisi accompagnano i racconti, aggiungendo un ulteriore livello di profondità e suggestione. Le immagini, come le storie, sono evocative e lasciano spazio all’interpretazione, creando un dialogo visivo e narrativo che arricchisce l’esperienza di lettura.