Il Sacro Impero Americano
Dice il saggio

Massimo Faggioli
Da Dio a Trump
Crisi cattolica e politica americana
Scholè, 2025, pp. 240
€ 19
“Da Dio a Trump. Crisi cattolica e politica americana” di Massimo Faggioli (Scholé, 2025) si presenta come un’analisi approfondita del rapporto tra cattolicesimo e politica negli Stati Uniti, con un focus particolare sull’ascesa e il consolidamento del trumpismo. Il testo inserisce i mutamenti politici in America nel contesto più ampio della crisi religiosa che accompagna tali trasformazioni.
Faggioli parte dalla constatazione che il cattolicesimo negli Stati Uniti si trovi in una fase di profonda crisi, sia sul piano teologico che politico. È in questo contesto che si inserisce la rielezione di Donald Trump nel 2024, sintomo di una trasformazione culturale e spirituale di portata globale. Il cattolicesimo americano ha subito un processo di polarizzazione, diviso tra un’ala conservatrice, vicina alle posizioni trumpiane, e un’ala progressista, più in linea con il pontificato di Papa Francesco.
Uno degli aspetti più inquietanti evidenziati da Faggioli è la strumentalizzazione della religione da parte di Trump. L’uso della simbologia religiosa nella sua campagna e nella sua amministrazione – come il giuramento su due Bibbie o l’enfasi sulla sua “predestinazione divina” – è un esempio lampante di come la politica americana abbia incorporato elementi di una sorta di “religione civile” che non unisce più il Paese, ma lo divide. L’autore paragona questa dinamica alla relazione tra Vladimir Putin e la Chiesa ortodossa russa, sottolineando come il cristianesimo negli Stati Uniti stia assumendo sempre più una funzione di “religione di corte”, asservita al potere politico.
Il libro offre una riflessione su come Trump sia stato percepito sia come un messia salvifico sia come un anticristo. Da un lato, molti suoi sostenitori vedono in lui una figura quasi divina, un leader capace di restaurare l’ordine morale e politico della nazione. Dall’altro, i suoi detrattori lo considerano il simbolo della corruzione e della decadenza del cristianesimo politico. Faggioli sottolinea come questa dicotomia rifletta una più ampia crisi di identità all’interno del cattolicesimo americano, sempre più diviso tra nazionalismo e globalismo, tra conservatorismo e progressismo.
L’autore analizza in dettaglio come la presidenza Trump abbia esasperato questa polarizzazione, riducendo il cattolicesimo a un’arma politica. La sua retorica ha sfruttato il desiderio di comunità e spiritualità ancora presente in molti americani, trasformando il bisogno di fede in uno strumento di lotta politica.
Un altro punto centrale del libro riguarda la relazione tra la Chiesa cattolica e l’amministrazione Trump. Faggioli osserva che il pontificato di Francesco ha incontrato un’opposizione sempre più forte negli ambienti cattolici americani, soprattutto tra i vescovi e il clero conservatore. Questo scontro è il riflesso di una divisione più ampia tra le due visioni del cattolicesimo: una orientata verso l’inclusione e la giustizia sociale, e un’altra più legata a un’idea di cristianesimo come baluardo contro il secolarismo e il multiculturalismo.
L’autore nota che il cattolicesimo americano si è trasformato in un brand politico, vendibile al miglior offerente. La figura del vicepresidente J.D. Vance è emblematica in tal senso: un politico che ha fatto della sua conversione al cattolicesimo un elemento distintivo della sua carriera, ma in un’ottica di recupero di un conservatorismo identitario più che di fede autentica. Inoltre, Faggioli evidenzia la crescente influenza del cattolicesimo conservatore nelle istituzioni americane, con sei giudici su nove della Corte Suprema appartenenti alla fede cattolica e con una rete capillare di scuole, università e ospedali gestiti dalla Chiesa.
La crisi del cattolicesimo americano non è un fenomeno isolato, ma si inserisce in una più ampia crisi del cattolicesimo globale. In questo senso il populismo religioso di Trump è parte di un movimento più vasto, che include leader come Viktor Orbán in Ungheria e Jair Bolsonaro in Brasile. Questi leader condividono una visione della religione come elemento identitario, da usare per consolidare il consenso politico.
Il libro esplora anche le differenze tra la secolarizzazione americana e quella europea. Se in Europa il processo di secolarizzazione è stato accompagnato dall’emergere di nuove ideologie politiche (illuminismo, socialismo, comunismo), negli Stati Uniti la religione continua a essere un elemento centrale, anche se svuotato di significato. Trump ha compreso questa realtà e l’ha sfruttata a suo vantaggio, trasformando la religione in un simbolo di appartenenza politica più che in una questione di fede.
Faggioli avverte che il rischio principale per il cattolicesimo americano è la sua crescente identificazione con una visione politica reazionaria, che potrebbe comprometterne la credibilità morale e spirituale. “Da Dio a Trump” è un’opera che aiuta a comprendere non solo la politica americana contemporanea, ma anche le dinamiche globali del cattolicesimo e della religione in generale, grazie alla capacità di Faggioli di intrecciare analisi politica, storia della religione e riflessione teologica.