Memoria e inganno

Tante storie

Suter

Martin Suter
Melody
Sellerio, 2025, pp. 316
€ 17

Lo svizzero Martin Suter torna con un romanzo che unisce mistero, amore e introspezione, giocando con i confini tra realtà e finzione. Melody (Sellerio, 2025) ha un fascino magnetico, capace di trascinare in un labirinto di inganni e ricordi. Attraverso la storia di un anziano uomo di potere e di un giovane avvocato incaricato di mettere ordine nel suo passato, Suter intreccia un racconto che esplora la memoria, la perdita e il desiderio di costruire una verità che forse non esiste.

Il protagonista Peter Stotz è un ex consulente politico e uomo d’affari svizzero, ormai ottantaquattrenne e consapevole di avere poco tempo davanti a sé. Per garantirsi il controllo sulla propria eredità e sull’immagine che verrà tramandata di lui, assume Tom Elmer, un giovane avvocato con un doppio master in giurisprudenza e un disperato bisogno di lavoro. Il compito di Tom è apparentemente semplice: catalogare e riordinare i documenti di Stotz. Tuttavia, la vera missione sembra essere un’altra: ricostruire la storia di Melody, la donna che ha segnato per sempre la vita del magnate.

Melody, una giovane libraia di origini marocchine, era la fidanzata di Stotz, scomparsa misteriosamente tre giorni prima del matrimonio. La sua assenza permea ogni angolo della villa sulle colline di Zurigo, attraverso ritratti, oggetti e il costante flusso di racconti di Stotz. Tom, inizialmente scettico, si lascia progressivamente coinvolgere in questa ossessione, cercando di comprendere se Melody sia stata rapita, uccisa o se sia semplicemente fuggita. Nel frattempo, la presenza della nipote di Stotz, Laura, aggiunge un’ulteriore dimensione alla vicenda, contrapponendo alla tragica storia d’amore dell’anziano una relazione più concreta e vissuta nel presente.

Suter sfuma i confini tra realtà e finzione: Stotz, il protagonista del romanzo, è infatti un narratore carismatico ma inaffidabile, le sue storie sono piene di dettagli affascinanti, ma anche di contraddizioni e omissioni. Tom, e con lui il lettore, si trova a dover discernere tra verità e invenzione, tra ciò che Stotz crede e ciò che è realmente accaduto. Il gioco di specchi si riflette nella struttura del romanzo. La verità che emerge non è mai assoluta, ma si adatta alle percezioni di chi la racconta e di chi la ascolta. La villa di Stotz diventa un microcosmo sospeso nel tempo, dove passato e presente si intrecciano tra il profumo del cognac e le prelibatezze preparate dalla governante italiana Mariella. I dialoghi sono secchi e incisivi, con una vena ironica che alleggerisce la tensione senza sminuirne l’intensità. La narrazione procede per gradi, con rivelazioni e colpi di scena e un crescendo di tensione che culmina in un finale sorprendente.