Onde libere

Dice il saggio

Perrotta

Marta Perrotta
Pioniere dell’etere
Dieci donne che hanno fatto la radio in Italia
Carocci, 2025, pp. 192
€ 17

Marta Perrotta, professoressa di Radio, TV e media digitali all’Università Roma Tre, è una voce autorevole nel campo della ricerca sulla comunicazione, come d’altronde lo è il contesto in cui opera presso l’ateneo della capitale. Coordinatrice del network “Donne in onda” e cofondatrice di “WePod”, Perrotta è da sempre impegnata nel valorizzare la presenza femminile nei media. Il suo saggio “Pioniere dell’etere” è una testimonianza appassionata di questo impegno: un tributo a dieci donne che hanno segnato la storia della radio italiana.

Perrotta intreccia biografie, storia sociale e storia dei media, offrendo un quadro ricco e profondo dell’evoluzione della radiofonia italiana. Il libro va oltre la mera raccolta di vite fuori dall’ordinario: mostra come queste pioniere abbiano trasformato la radio da strumento istituzionale a mezzo di partecipazione sociale, culturale e politica.

Maria Pia Moretti (1912 – 1991) fu la prima donna a svolgere la professione di radiocronista. Entrata nell’EIAR nel 1939, inventò format innovativi come le “confidenze telefoniche” (“Notturno – confidenze al telefono”), precursore di molte trasmissioni moderne. Autrice di radio-documentari sensibili e pionieristici, tra cui “Scrittici in rosa” e “Roma di notte”, raccontò l’Italia del dopoguerra con uno stile intimo e rispettoso. La sua carriera culminò con la nomina a caporedattrice centrale del Giornale Radio della Rai.

Giornalista antifascista e suffragetta, Anna Garofalo (1903-1965) fu una delle prime voci femminili a proporre una narrazione radiofonica al femminile. Con “Parole di una donna”, trasmessa dal 1944, affrontò temi rivoluzionari come il divorzio, la condizione femminile, la pace, sfidando pregiudizi e censura. La sua opera maggiore, “L’italiana in Italia” (1956), è una pietra miliare della letteratura sociologica sul ruolo delle donne nella società italiana del dopoguerra.

Dina Luce (1931 –2020) portò la radio fuori dagli studi: armata di registratore Nagra, realizzò reportage emozionanti sugli emigranti italiani in Australia. Con programmi come “Buon pomeriggio” e “Il giornale delle donne”, raccontò l’Italia che cambiava, mantenendo sempre uno sguardo empatico e partecipe verso i protagonisti delle sue storie.

Nata a Venezia nel 1921, Anna Luisa Meneghini fu una drammaturga raffinata e appassionata di radiodramma. Suo è “Andrea” (1949), opera che riscosse successo anche in Francia. Meneghini seppe interpretare la radio come teatro sonoro, capace di esplorare l’interiorità umana, i sentimenti e le tensioni sociali.

Prima voce femminile di “Chiamate Roma 3131”, Federica Taddei ha attraversato ogni genere radiofonico: notiziari, talk show, fumetti, programmi femministi. Conducesse anche “Il Mattiniere” e “Cara Rai”. Rappresentò il coraggio di una radio che voleva scavare nel vissuto quotidiano delle persone, dando voce a sentimenti, storie e conflitti.

Funzionaria e poi dirigente Rai, Lidia Motta (1929-2006) ha cambiato il volto della radiofonia italiana. Ideatrice delle “Interviste impossibili” e di “Sala F”, prima trasmissione tutta al femminile, è stata un pilastro nell’apertura della radio alle tematiche di genere. Ha saputo coniugare cultura alta e popolare, anticipando tendenze che oggi diamo per scontate.

Attivista femminista e giornalista, Linda Ingafù è stata una delle anime di Radio Donna, la prima radio libera dedicata alle donne. Sopravvissuta a un attentato fascista nel 1979, quando un comando dei NAR di Giusva Fioravanti fece irruzione a Radio Città Futura ferendo le femministe che stavano conducendovi una trasmissione, ha continuato a difendere con coraggio la libertà di parola e i diritti femminili, in anni difficili segnati da violenze politiche e pregiudizi di genere.

Giornalista brillante e appassionata, Elena Doni (1938-2017) ha condotto programmi iconici come “Radio anch’io” e “Ora D”. Cofondatrice del collettivo “Controparola”, ha unito giornalismo e attivismo femminile. La sua radio è stata uno specchio fedele dell’Italia sociale e culturale, con un linguaggio semplice ma incisivo.

Barbara Marchand (1946) è stata una delle voci più amate di Radio Monte Carlo e successivamente di Radio Rai. Con la sua capacità di passare da programmi musicali a inchieste e reportage, ha rappresentato l’internazionalizzazione della radio italiana, dando voce a un’Italia in dialogo con il mondo.

Rossella Panarese (1960-2021) è stata la fondatrice di “Radio3 Scienza”, primo programma radiofonico italiano interamente dedicato alla divulgazione scientifica. Ha saputo portare la scienza fuori dalle aule accademiche, raccontandola con rigore, empatia e attenzione verso l’ascoltatore.

Il libro “Pioniere dell’etere” va oltre una galleria di ritratti come quella qui sopra sintetizzata: è la narrazione di una lotta silenziosa e caparbia per il diritto alla parola. Perrotta ci restituisce un patrimonio di voci, esperienze, passioni che hanno cambiato la radio e, con essa, la cultura italiana. Le dieci protagoniste hanno aperto varchi, inventato linguaggi, mostrato che l’etere poteva essere uno spazio libero, plurale, fertile.