La Sacra Scrittura come ChatGPT
Dice il saggio
Che la Chiesa presti un’attenzione particolare al fenomeno dell’Intelligenza Artificiale non vi sono dubbi. E non è certo un approccio pregiudizialmente contrario, ma semmai quell’atteggiamento di chi ha chiaramente individuato la centralità del tema nell’attualità. Gli interventi di Papa Francesco e il ruolo di padre Benanti insistono sul contenuto etico, finalizzato all’uomo e alla pace che la nuova frontiera della tecnologia deve – e può – possedere.
Non dovrebbe pertanto sorprendere il libro del sacerdote Rocco Malatacca “Tu parli come me. La Sacra Scrittura è un’Intelligenza Artificiale” (Città Nuova, 2024). Già in passato l’autore aveva dedicato pubblicazioni ai fenomeni della Rete e dei social, mostrando una competenza su temi così innovativi. Qui si misura su Intelligenza Artificiale e transumano, mostrando come al di là dei loro più recenti sviluppi tecnologici digitali, siano concetti ben radicati nella storia dell’umanità, almeno dall’avvento della scrittura per le particolari caratteristiche di questa antichissima tecnologia e per la tendenza umana a ibridarsi con le tecnologie, viepiù quando esse riguardano la parola, il logos, che le distingue dalle semplici tecniche che si esauriscono nel loro utilizzo.
Desta invece una sensazione di originalità il modo in cui Malatacca approccia il discorso legato all’Intelligenza Artificiale, non focalizzandosi più di tanto sugli aspetti etici – la tecnologia deve essere finalizzata alla vita – ma insistendo sulla Intelligenza Artificiale quale chiave di lettura della Sacra Scrittura e utilizzando uno stile paratattico, frequenti riferimenti a film degli ultimi anni, persino un richiamo a William Burroughs e al suo “language is a virus” che non ci si aspetta di trovare così facilmente citato da un uomo di Chiesa. Tutti punti, sia ben chiaro, che vanno a favore di Malatacca e alla sua notevole apertura mentale, oltre che un pieno inserimento nella cultura moderna, anche quella più pop.
Seguendo il ragionamento dell’autore non è difficile concordare con lui che il primo grande esempio di Intelligenza Artificiale, in particolare di Modello Linguistico di grandi dimensioni, sia rappresentato proprio dalla Sacra Scrittura, a partire dalla Torah ebraica che fece della Parola il centro del messaggio religioso. Il termine stesso Torah, inteso come istruzioni, richiama secondo l’autore l’idea di parole che si installano nella persona provocando un reset, dove le analogie con la terminologia informatica sono volute a sottolineare il parallelo tra Sacra Scrittura e Intelligenza Artificiale.
Non è un caso, secondo Malatacca, che dietro ai più significativi sviluppi dell’Intelligenza Artificiale vi siano molti nomi di ebrei, per religione o cultura, non ultimo quello del filosofo della Rete Pierre Levy a cui si deve l’idea di Intelligenza Collettiva che ha molte analogie con il considerare la Sacra Scrittura un Modello Linguistico di grandi dimensioni, in particolare per le modalità con cui ci si connette alle parole. Nella tecnologia della parola si cerca qualcuno e non solo qualcosa e ciò la rende particolarmente umana benché artificiale. ChatGPT non fa eccezione da questo punto di vista.
La fede del credente è per Malatacca proprio la disposizione a connettersi alla Parola e così interconnettersi con l’umanità col fine di mettersi al servizio della vita. Il Cristo ha accettato di ricevere nel suo stesso corpo il Verbo, facendolo vita e rinunciando alla sua stessa vita per riscattare quella dell’umanità intera.