Vicini, nemici, carnefici
Tante storie

Julia Deck
Proprietà privata
Prehistorica, 2025, pp. 180
€ 17
Il romanzo Proprietà privata di Julia Deck riesce a offrire allo stesso tempo una critica sociale tagliente e un ritratto psicologico profondamente disturbante. Pubblicato in Italia da Prehistorica nel 2025, nella traduzione di Francesca Scala e Lorenza Di Lella, il libro esplora le contraddizioni della borghesia contemporanea attraverso la lente di un eco-quartiere alle porte di Parigi, dove l’apparenza di perfezione si sgretola sotto il peso delle nevrosi e delle ipocrisie dei suoi abitanti.
La storia ruota attorno a Eva e Charles Caradec, una coppia di mezz’età che decide di abbandonare il caos di Parigi per trasferirsi in un quartiere residenziale eco-sostenibile, convinta di trovare finalmente la tranquillità. Eva, urbanista, e Charles, professore universitario afflitto da depressione, credono di aver fatto un investimento sicuro, sia economico che esistenziale. Tuttavia, il loro sogno si trasforma rapidamente in un incubo quando i vicini, i Lecoq, si insediano dall’altra parte del muro. Annabelle Lecoq, invadente e spudorata, e il suo gatto rosso, Pel di carota, diventano il simbolo di un’invasione progressiva che minaccia l’equilibrio già precario della coppia. I due protagonisti sono portati a una scelta shockante: l’intenzione di uccidere il gatto dei vicini, un gesto che, più che un atto di crudeltà, rappresenta una rivendicazione disperata di controllo su un mondo che sfugge di mano.
Deck costruisce una narrazione claustrofobica, dove i confini tra spazio privato e pubblico si confondono, e dove la promessa di una vita armoniosa si dissolve in un groviglio di paranoie, sospetti e violenza repressa. La scrittura è asciutta, ironica e spietata, capace di alternare momenti di comicità nera a riflessioni filosofiche sulla natura del possesso e dell’identità.
Attraverso gli occhi di Eva, la cui voce narrante è un flusso di coscienza diretto al marito, Deck esplora temi come l’alienazione, l’ipocrisia delle relazioni sociali e l’impossibilità di fuggire da sé stessi. L’eco-quartiere, con le sue case perfette e le sue regole di convivenza apparentemente virtuose, diventa una metafora della società contemporanea, dove il conformismo nasconde tensioni insopportabili. I personaggi sono tratteggiati con precisione: Charles, rinchiuso nella sua depressione; Annabelle, provocatoria e manipolatrice; e gli altri vicini, ognuno con i propri segreti e le proprie fragilità.
La struttura del romanzo ricorda un thriller psicologico, con un ritmo incalzante e un’atmosfera di minaccia costante. Deck gioca con i generi, mescolando elementi del poliziesco a una satira feroce della borghesia. La morte del gatto e la successiva scomparsa di Annabelle innescano una serie di eventi che rivelano il lato più oscuro della comunità, dove le apparenze si sgretolano e le maschere cadono.
Proprietà privata è anche un’indagine sull’architettura e sull’urbanistica, sul modo in cui gli spazi che abitiamo plasmano le nostre vite e le nostre relazioni. Eva, che lavora alla riqualificazione di una piazza parigina, si ritrova a confrontarsi con il fallimento del suo stesso progetto esistenziale: la casa che avrebbe dovuto essere un rifugio si trasforma in una trappola.
Il romanzo è tanto divertente quanto disturbante. Julia Deck riesce efficacemente a trasformare i dettagli più insignificanti in simboli di malessere, in quella che al di là della storia su un vicinato impazzito, è – al fondo – una riflessione sulla solitudine, sul desiderio di controllo e sull’impossibilità di trovare un posto nel mondo che sia davvero nostro.