Il canto della memoria
Testimonianze

Maria Giuseppina Berna, Riccardo Degregorio
Giuseppe Berna: il coraggio delle idee
Storia di un deportato da Niguarda a Mauthausen nel 1944
Mimesis, 2025, pp. 78
€ 10
Il libro Giuseppe Berna: il coraggio delle idee. Storia di un deportato da Niguarda a Mauthausen nel 1944, scritto da Maria Giuseppina Berna con Riccardo Degregorio (Mimesis, 2025), è una toccante narrazione della vita e della tragica fine di Giuseppe Berna, operaio, padre e partigiano, deportato e morto nel campo di sterminio nazista di Mauthausen.
Giuseppe Berna nacque nel 1903 a Cinisello Balsamo e trascorse la sua vita a Milano, lavorando come operaio tracciatore presso la Società Ernesto Breda di Sesto San Giovanni. La sua vicenda si intreccia indissolubilmente con gli scioperi antifascisti del marzo 1944, una delle più significative manifestazioni di opposizione operaia al regime nazifascista.
La copertina del libro riporta una bella foto di coppia fuori dalle fabbriche milanesi nel 1945. Pur essendo portati a pensarlo, non si tratta di un ritratto del protagonista del racconto (le cui immagini si trovano nell’appendice finale interna al libro) a voler sottolineare l’attenzione al contesto storico e socio-economico in cui si colloca la vicenda personale narrata.
Come membro delle Squadre di Azione Patriottica e della 108ª Brigata Garibaldi “Daniele Martelosio”, Berna non fu solo un resistente, ma un simbolo di coraggio e coerenza morale. La sua partecipazione agli scioperi, che paralizzarono per giorni il cuore industriale del Nord Italia, portò al suo arresto e alla deportazione nei campi nazisti.
La narrazione di Maria Giuseppina (detta Mariella) Berna, nipote di Giuseppe, messa in forma di libro dal giornalista Riccardo Degregorio, si dipana attraverso dettagli storici accuratamente ricostruiti, testimonianze familiari e documenti d’archivio. Gli autori non si limitano a raccontare gli eventi, ma li contestualizzano con precisione, facendo emergere il clima sociale e politico dell’epoca. Gli scioperi del 1944, infatti, rappresentano un capitolo cruciale nella storia della Resistenza italiana: un atto collettivo di protesta contro la dittatura e l’occupazione nazista, che pagò un prezzo altissimo in termini di vite umane. Tra i tanti lavoratori deportati, Giuseppe Berna fu uno degli “Streikertransport” (letteralmente “il trasporto degli scioperanti”), i prigionieri caricati su vagoni piombati diretti ai campi di concentramento.
Nel racconto della sua deportazione emerge la disumanità del sistema concentrazionario nazista, ma anche la straordinaria forza d’animo di Berna, soprannominato “il cantore triste” per la sua voce che, pur in condizioni estreme, portava conforto ai compagni di prigionia. La sua esperienza nei lager, culminata nella morte a Mauthausen nel maggio 1945, è raccontata con una delicatezza che non si sottrae alla crudezza della realtà.
Uno degli aspetti più potenti del libro è il lavoro della memoria. La famiglia Berna e l’ANPI di Niguarda si sono impegnati affinché il sacrificio di Giuseppe non fosse dimenticato. Pietre d’inciampo, lapidi commemorative e monumenti testimoniano la volontà di ricordare, un gesto che il libro amplifica, rendendo la storia di Giuseppe Berna accessibile a un pubblico più ampio.
Il racconto non è solo una biografia, ma una riflessione sul valore della resistenza, della solidarietà e dell’impegno civile. La figura di Giuseppe Berna emerge non solo come vittima della barbarie nazista, ma come uomo che ha scelto di lottare per i propri ideali, nonostante i rischi personali. Gli autori riescono a trasformare la storia personale in un monito universale, sottolineando l’importanza di non dimenticare le lezioni del passato.