Inno a Omero

Classici

Inno a Omero

Giulio Guidorizzi
Il Lessico dei Greci. Una civiltà in 30 parole
Raffaello Cortina editore, 2024, pp. 240
€ 20

Per i tipi di Raffaello Cortina, è stato da poco pubblicato “Il Lessico dei Greci”. Di Giulio Guidorizzi, alias “Una Civiltà in 30 parole”.

Ciò che vedo come denominatore frequente, di questa fascinosa e coinvolgente lettura, è, anche alquanto chiaramente esplicitato, il frequentissimo aggancio agli archetipi omerici.

In verità ci sono anche riferimenti a altre epoche greche a qualche aggancio latino. Ma resta la traccia guida che, chi ci si è fatto conoscere come Omero, è alla radice del Mondo Occidentale, in senso quantomeno continentale.

Come dice il mio amico Stefano Cazzato l’evoluzione della Filosofia, e del pensiero, nei secoli, fino a oggi, si può considerare, in senso ampio, una gigantesca ramificazione, derivata dal pensiero platonico.

E quello che io vedo, in questo libro, è di fondo, un discorso parallelo, per ciò che attiene alla poesia, in primis, e agli archetipi dell’Occidente, in secundis. Ovvero, che in Letteratura e DNA originario, siamo tutti, consapevolmente, o inconsapevolmente, discendenti degli archetipi Omerici, che poi sono andati a finire nel Teatro e in generale, nelle forme dell’Arte Classica, e delle sue diverse riprese e reinterpretazioni da 26/27 secoli.

Ma, in coscienza, come detto tante volte ad alunni e amici, non siamo discendenti dell’individuo Omero. Che non è mai esistito, nonostante la fascinosa tradizione trasmessa ai romani, e da loro a noi.

In estrema sintesi, la mia, ovviamente personalissima, interpretazione:

1) È quasi totalmente e univocamente assodato che intorno al 1200 A.C.  ci sia stata una guerra, nel nord ovest della Turchia, non lontano dal mare, dove si trova la collina di Hissarlik (forse il Palazzo Fortezza di Ilio, derivato dagli edifici cretesi precedenti e, ovviamente adattato a un diverso clima e contesto paesaggistico).

2) La Lingua Greca, fa le primissime prove verso la fine dell’Ottavo secolo A.C. (730/720), ma è dalla metà circa, del Settimo secolo, circa 70/80 anni dopo che, appunto con “Iliade” e “Odissea”, scritte in versi, abbiamo gli assoluti archetipi della nostra civiltà.

Quindi, tra gli eventi storici di “Iliade”, e il poema sulla Guerra, passano circa 6 secoli. Diciamo così, la “Età degli Aedi/Cantastorie”; ovvero la tradizione orale, che permeava le terre intorno al mare Egeo. Mettiamola in questo modo: per circa un secolo si sono raccolte e trascritte queste versioni tramandate oralmente, fino al termine cronologico orientativo della metà del Settimo Secolo, l’alba di Atene.

Per attirare la attenzione degli studenti proponevo questa, forse singolare, “ipotesi di lavoro”.

Prendete una grande tavola: su un fianco, i molti trascrittori hanno ammassato una mole di scritti, che ruota intorno a una grande guerra (“Iliade”). Dalla altra parte, una mole di scritti che raccontano il “Poema del Mare”, viaggi, incontri ed esperienze di un individuo protagonista (“Odissea”).

Siccome i trascrittori/adattatori/creatori, sono tanti tanti (quanto gli Aedi/Cantastorie di oltre 5 secoli), si sceglie un nome simbolico che, di fondo, li rappresenta tutti. “Homeros”, più o meno “IL” cantastorie. Ora però, bisogna creare il Mito di questo Archeopoeta. E si formano patrie diverse e vite diverse, di questo singolo che sintetizza tanti.

In chiusura: una lettura deliziosa: un compendio che rivivifica ciò che in realtà non è mai morto.

Parole come “Nomos”, “Chaos”, “Psiché”, “Sophia”, “Eros”, “Rhetoriké” forse vi dicono qualcosa?

Non privatevi di questa Full Immersion di 26 Secoli! Eravamo noi! O siamo ancora, tutto sommato, sotto sotto, sempre quelli?

Pure se non mi abbandona mai Il Delta del Nilo, Sais, Amasi e Psammetico, la Dinastia Saitica e i porti sul Delta Nilotico dati ai Greci…esattamente nello stesso periodo, quando nascono Iliade e Odissea. Quante coincidenze! Erodoto, Ippocrate, Euripide, forse Platone…e quanti altri a visitare, studiare, raccontare storie dal “Dono del Nilo”. Ovviamente rielaborate (genio furbo levantino?!)

Greci, Romani, Ebrei, Persiani: tutti in un qualche modo “stregati” dal Paese dei Primati: 30 secoli di Civiltà, su un fiume. Fino a Napoleone, a Tutankhamon. Piaccia o no. La nostra più antica culla, e, tra parentesi, la rielaborazione Greco Egizia: il Copto: e i nostri fratelli dei Monasteri nel Deserto. Ma sarebbe un discorso senza fine: Buon Viaggio!