Un libro-gioco bellissimo
Extracanone

Giovanni Mariotti
La Biblioteca della Sfinge
Cento enigmi letterari
Palingenia, 2024, pp. 271
€ 40
Non è un libro di critica letteraria o di letteratura, questo di Giovanni Mariotti, benché parli di grandi autori che hanno scritto autentici capolavori. E non è nemmeno solo un libro, ma anche un gioco, intelligente e intrigante, capace di generare nelle nostre teste impigrite rimandi, ricordi, piaceri, interrogativi, soluzioni.
Ci propone infatti, come recita il sottotitolo, Cento enigmi letterari, cento casi di scrittori coperti, mascherati, ritratti in poche pennellate che dicono nel non dire, che alludono senza offrire al lettore prove particolari che si tratti di questo o di quello.
E tocca appunto al lettore, a partire da alcune circostanze biografiche e da qualche esile indizio letterario, capire di chi si sta parlando. Il gioco funziona, nel caso che a giocarlo sia il lettore colto, che può così arrivare più facilmente alla risposta, ma anche nel caso contrario di un lettore solo appassionato per cui è oggettivamente più difficile mettersi sulle tracce dello scomparso. Ma il bello è proprio qui, in questo lambiccarsi da detective.
Personalmente ho provato a farlo, e non è che ne abbia azzeccate molte di risposte. Ad altre, poche per la verità, ci sono arrivato leggendo e rileggendo. Alle restanti non ci sono mai arrivato, e ho dovuto tagliare con un coltellino le pagine del capitolo finale (Soluzioni) per venire a capo del “Chi è?”
Il che vuol dire, banalmente che – da centounesimo grande scrittore – Mariotti le ha proprio mimetizzate bene, queste vite.
Solo nel caso di Platone la soluzione è brillata davanti ai miei occhi, col nous più che con la dianoesis, “come scintilla che improvvisamente s’accende”, ma solo perché il filosofo dei Dialoghi è la mia ossessione. Mi è bastato leggere “Aveva vent’anni e sognava di diventare un poeta tragico… Improvvisamente, a causa di quella voce, quanto aveva pensato o sognato fino a quel momento dovette sembrargli vano.
È quello che si può dedurre dal suo comportamento: si dice, infatti, che abbia bruciato la tragedia, e deciso di mettersi al seguito del maestro”. Se poi abbia fatto bene ad essere infedele a sé stesso per esserlo a Socrate, beh… questo è un altro discorso.