Come un nudo di Rubens
Tante storie

Georges Fourest
Racconti per satiri
A cura di Barbara Savegnago e Sebastiano Zanetello
Bordeaux, 2025, pp. 167
€ 14
È difficile dire se di questo libro interessi di più il suo autore (Georges Fourest, poeta francese di inizio Novecento) o chi “di contrabbando” attraverso “rifacimenti” dei suoi testi ce lo ha fatto conoscere in Italia (il poeta italiano Ernesto Ragazzoni, vissuto a cavallo tra otto e novecento).
Due personaggi eccentrici, Fourest e Ragazzoni, prima ancora che scrittori. Il primo dalla vita borghese e dalla scrittura sregolata e il secondo dalla vita disordinata e dalla scrittura non particolarmente trasgressiva. Ma è proprio questa doppiezza dei due questa differenza tra i due che intriga.
Quanto a trasgressività in queste storie ce n’è tanta, persino anarchica e ridondante. Ma è proprio nell’irriverenza di forma e contenuto che Fourest può essersi conquistato quella fetta di pubblico francese che certo non gli è mancata. Questa era la sua cifra inconfondibile ma dentro comunque una tradizione di letteratura satiresca e immorale.
Ecco degli esempi: Eusebe Frottemouillard, che si è rovinato economicamente, deve scegliere un nuovo lavoro per sbarcare il lunario dal momento che la sua fede in Dio gli impedisce di suicidarsi per mettere fine a tutto. Si “domandò se avrebbe fatto l’assassino, il truffatore o il protettore”. O il sacerdote, il poeta, lo spione, l’impiegato di pompe funebri. Infine decise di fare il mendicante ma non un mendicante qualsiasi, straccione o bisognoso, ma il medicante dandy, dandy a tal punto da decidere lui chi avrebbe avuto titolo a fargli la carità e chi no.
Un uomo condannato alla ghigliottina rivela al suo confessore di non essere l’assassino di un’anziana signora, pur essendosi autoaccusato del delitto davanti ai giudici. Tra le tante vie per raggiungere il Paradiso con una certa fretta questa – dice – gli è sembrata la via più rapida e moralmente meno compromettente. Rivelerà il suo confessore la confessione?
I temi, scrive Sebastiano Zanetello, uno dei due curatori, sono “erotismo ed efferatezza, macabro e grottesco, paradosso e provocazione. Racconti eccessivi, come eccessiva è la loro scrittura: barocca, ricca ed esuberante come un nudo di Rubens”.