Nicea: la realtà storica

Chiesa

Nicea

Samuel Fernández, Sara Contini (a cura di)
Le fonti antiche sul Concilio di Nicea
Città Nuova, 2025, pp. 432
€ 36

Città Nuova ha da poco editato “Le fonti antiche sul Concilio di Nicea”, con la introduzione di Samuel Fernandez, e la traduzione dei testi antichi (in stragrande maggioranza in Greco, minoritariamente in Copto), di Sara Contini.

Questo saggio non mira a dipanare la intricatissima matassa delle dispute cristologiche che agitavano i fedeli nell’Impero Romano. Dispute che prendono avvio già alla fine del secondo secolo, sotto gli Antonini prima e i Severi poi.

Secondo ricerche degli ultimi decenni, la comunità cristiana, alla fine del primo secolo, per intenderci sotto Domiziano e Nerva, pare contasse tra 7 e 10 mila convertiti, su circa 200 milioni di abitanti. E, intorno alla metà del Terzo secolo, il periodo delle grandi persecuzioni come da tradizione, si calcola circa lo 0.3 per cento di 250 milioni, rimanendo sempre sotto il milione complessivo.

Ai tempi di Costantino e del Concilio in di Nicea, stiamo parlando di circa il 10 per cento di 300 milioni di individui. Certo, l’Imperatore si avvede che, nel panorama sterminato dei culti politeisti, centinaia e centinaia, il movimento che ruota attorno alla figura di Cristo, è di gran lunga il più consistente di tutti.

Tuttavia è necessario, direi indispensabile, mettere insieme altri dati: vengono invitati, a Nicea (Costantinopoli è un enorme cantiere, che verrà concluso molti anni dopo), circa 800 vescovi dall’Occidente e 1000 dall’Oriente. Di questi 1800 sulla carta, se ne presenteranno circa 300, poco più, poco meno: e in grandissima parte dalle province orientali.

Già questo primo segnale, dice molto. E, a sostegno di esso, una recente mappa della Oxford University Press, dove sono riportati in blu scuro le aree a maggiore diffusione cristiana ai tempi di Nicea (e in azzurro, la quasi totalità dei territori imperiali ai primi del settimo secolo, diciamo ai tempi di Foca).

L’ immagine è molto eloquente: dalla Grecia al Portogallo, passando per Italia, Francia, Spagna, Fiandre e Inghilterra, vi sono solo due aree di un certo “peso” demografico consistente: diciamo il pezzo del Tirreno Centrale, tra Toscana e nord Campania; e la attuale regione della Andalusia.

In Europa Occidentale, Balcani inclusi, diffusione a chiazze, più piccole, più grandi, più rade, più dense: sempre a chiazze. Il nuovo culto ha vita dura, e diffusione molto lenta, graduale, e complessa, con massicci contingenti di Ariani ai confini dell’Impero.

Stando sempre a questo momento storico, pure sulla intera costa nordafricana le cose vanno male, tolte le tre “isole” della Tunisia, della Cirenaica e del delta del Nilo.

Invece, è sicuramente maggioritario sulla costa Siro/Libanese/Palestinese, in Siria e Turchia, parlando in termini degli attuali stati.

Dalle lettere e comunicazioni di Costantino, io vedo una condotta certo molto abile, una intuizione infallibile. Come che sia Nicea (poi perfezionato a Calcedonia) è l’Atto Primo ufficiale del riconoscimento del Primo tra tutti i culti dell’Impero: il Primo certo, come numero di fedeli. Ma, al momento non certo l’unico.

Fa un certo effetto sentire l’imperatore che a volte dice “il Dio”, a volte “L’Ente/Essere Supremo”, a volte “Il Maestro”, a volte “l’Assoluto”. È chiarissimo il desiderio di voler favorire il Cristianesimo. Tuttavia, a livello personale (e forse anche familiare, o di Corte) vedo una inclinazione alquanto “ondivaga”. E certi dubbi, sulla sincerità e forza dritta di fede restano vivi.

Come anche le molte esortazioni alla unità dei convenuti: contrasti accesi, odi, risentimenti e rancori, più volte esortati alla unità, al Credo, che finalmente nasce da un parto travagliato.

Ci sarebbero molte altre cose da aggiungere: come il rapporto bivalente con Eusebio, che il grande storico Ammiano Marcellino dice imparentato con la famiglia imperiale: ora fedele avvocato della retta causa, ora esiliato per avere mostrato simpatia per alcune idee di Ario. Ma, come si è detto tante volte, Eusebio battezza Costantino sul letto di morte quindi, riammesso, a tutti gli effetti!

Fa anche una certa impressione vedere le parole davvero feroci, crudeli e spietate nei confronti degli Ebrei, a distanza di quasi 3 secoli dal Golgota! Sono angoli di storia che ci si premura di tacere, il più spesso possibile: eppure, nella serie “ROME” della HBC, teletrasmessa 2005/2007, girata a Cinecittà, ai tempi di Cesare e Augusto gli ebrei venivano spesso assoldati in azioni cruente, delittuose, politicamente sporche, pur se pagati profumatamente.

Il Senatore di turno, si serve di loro, per i lavori sporchi: e, entrare nella mentalità pragmatica pagana, questa minoranza, può essere utilissima, a certi livelli. Quindi, come altre “realtà” scomode, possono vivere tranquillamente, ed essere tollerati: basta che paghino la “protezione” del Sistema.

In fondo, Anna e Caifa, a Gerusalemme, dialogano con Ponzio Pilato: magari con delle tensioni; ma alla fine ognuna delle parti, a suo modo, comunica, tollera e giustifica l’altra.

Molti degli scritti “apocrifi” giustificano e perdonano Pilato: e, a leggere bene i Vangeli, non vi è nessuna esplicita accusa. Condannare Barabba? Dare il via a una Rivolta generale? Politicamente, in senso machiavellico, è una scelta perdente…senza l’appoggio, pur sotterraneo, del Sinedrio! Che si fa?

Quindi. E’ stato genialmente vincente il piano di Costantino? Profonda e sincera ammirazione per la etica cristiana? Mossa frutto di solo calcolo? “Captatio benevolentiae”? Diciamolo…ci voleva. E, con tutte le conflittualità annesse e connesse, comunque ha cambiato la Storia.