All’ombra di Aton

Dice il saggio

ALL_OMBRA_DI_ATON

Divina Centore
Faraoni e fiori
La meraviglia dei giardini dell’antico Egitto
Il Mulino, 2025, pp. 256
€ 18

Trovo molto stimolante la recente pubblicazione della casa editrice “Il Mulino”, dedicata all’Antico Egitto, di Divina Centore, con il titolo “Faraoni e Fiori”.

Tuttavia mi corre l’obbligo di puntualizzare, per quanto possibile, il contesto storico della distrutta tomba di Nebamun. Correttamente, giriamo intorno all’anno 1.350 A.C.

Stando alle datazioni di Cimmino (le più accertate e accettate, almeno in Italia), queste pitture molto suggestive e dai radiosi colori sarebbero state eseguite a cavallo della fine del regno di Amenofi Terzo, secondo molti “Il grande Costruttore”, e i primissimi anni del regno del figlio, Amenofi Quarto, poi diventato il leggendario Faraone Monoteista Akhenaton, protagonista di una radicale rivoluzione religiosa.

Quella che gli appassionati di Egittologia chiamano la “Arte Amarniana”, in realtà, se è vero che “esplode” principalmente nel regno di Akhenaton appunto, con i suoi fondi immacolati, i colori raggianti, le proporzioni e i dettagli quanto più possibili vicino alla natura, questa “Rivoluzione Artistica”, assai lontana nelle immagini alla precedente tradizione delle Dinastie 16° e 17°, potremmo dire che rielabora, con ancora maggiore libertà certi tratti di morbidezza e cromia, addirittura della 5° Dinastia/ Inizi 6° a Menfi(circa mille anni prima), nel Basso Egitto, presso il Delta Nilotico.

Non è un caso se, a partire quantomeno dal nonno di Amenofi Terzo, Tutmosi Quarto, i giovani principi sono educati a Menfi, dove vivono diversi anni, anche restaurando Sfinge e Piramidi già allora vecchie di oltre un millennio.

Il discorso ci porterebbe troppo lontano, troppo indietro. E mettiamola in questo modo.

Io credo che, a livello certamente familiare, e forse anche in parte almeno della Corte e dei Sacerdoti, il “Monoteismo Alternativo” di Aton, fosse già penetrato a Tebe intorno al 1.400, e con successo.

Al tempo di Amenofi Terzo, circa 1.370-1.340, si arriva alla resa dei conti. Il faraone di fatto sceglie la linea della bipolarità: ufficialmente accetta e sopporta lo strapotere della Casta di Amon politeista. Ma il Nuovo Culto Atoniano comincia a dilagare: a partire dalla Famiglia Reale.

E torniamo al libro della Centore. Questo capolavoro, lo definirei di Arte Amarniana del Primo Periodo a modo suo, di fatto è già una sfida.

Alla retorica pubblica di Guerre, Trionfi e Conquiste, nell’intimo, le sepolture, si consuma il Nuovo Corso: pace, riposo, Natura, Pesca, Campi, Fiori, frutti, Animali. E tutto ci racconta di un Egitto si potentissimo, ma anche con una spinta innovativa assolutamente unica in quella Epoca.

Purtroppo la “Eresia Amarnia” ha breve durata: si e no un quarto di secolo. Questi “eretici” dovevano finire male: ed ecco allora che, intorno al 1.330, morto il grande leader, sul figlio Tut-Ankh-Aton si comincia l’opera di lavaggio del cervello …. torna a Tebe!…torna a Tebe!

Certo, il paese è spaccato in 2, e ci sono tanti guai…un po’ per volta, il ragazzino cede.

E diviene Tut-Ankh- Amon.

Saccheggiati a man bassa i tesori dei grandi Faraoni del passato, sopravvive, quasi intatto quello, stupendo e colossale trovato da Howard Carter, che, in ultima analisi io penso che sia una sorta di “Tesoro di Famiglia”, con oggetti appartenuti a più persone. E che fa splendida mostra di sè al Cairo (paradosso della storia, da una piccola tomba, realizzata in fretta e nascosta sotto a un’altra, essendo il titolare di essa un “Ex Eretico Amarniano”, convinto/costretto a riconvertirsi alla Ortodossia Politeista Amoniana).

Di Amarna nulla doveva restare! Di Amarna abbiamo il Sommo Tesoro dell’Antico Egitto!

Mi pare che si chiami…Nemesi?!?

Il libro racconta tanti dettagli di questo nuovo orizzonte esistenziale. Le offerte al Dio, in prodotti della terra, una visione davvero rivoluzionaria della “Seconda Dimensione”.

E mi piace chiudere questo brano con un Elenco; e una citazione Cinematografica.

L’Elenco lo prendo dalle ultime pagine: Acacia, Carrubo, Fico, Mandorlo, Melograno, Olivo, Palme, Ricino, Sicomoro, Tamarisco, Vite, Fiordaliso, Ninfee, Papavero, Papiro, Aglio, Anguria, Ceci, Cetriolo, Cipolla, Cumino, Fagioli, Lattuga, Lenticchie, Melone, Piselli, Porri, Ravanelli, Sedano e Timo. Siamo Sicuri che una grossa fetta della Dieta Mediterranea non abbia origini “Nilotiche”?!?

Il Cinema: 1954 Hollywood. “Sinuhe L’Egiziano”. La vita e le avventure del Medico Sinuhe, eroe, nell’essere anti eroe, nell’Egitto di Akhenaton. Vita in cui si mescola passione e tenerezza, libidine e spiritualità, carità e avidità. Mika Waltari riscrive un grande classico della Letteratura Faraonica: lo sforzo produttivo è enorme. Il successo al botteghino meno. A quella America della Guerra Fredda, un protagonista articolato, ricco e complesso, piace poco. E piace anche meno il finale quando Sinuhe si presenta al nuovo Faraone Horemeb, suo ex amico, con un discorso decisamente pre-Cristiano! Dice Akhenaton morente: “Dio è lo Spirito del Bene che vive in ogni Creatura”. Mille e Trecento anni prima di Betlemme. Egitto Amarniano “culla prima” del nostro essere Cristiani?