Imparare dai gufi

Dice il saggio

Safina

Carl Safina
Alfie e io
Quello che i rapaci sanno, quello che gli umani credono
Adelphi, 2025, pp. 496
€ 32

Carl Safina, ecologo di fama mondiale, autore pluripremiato e fondatore del Safina Center, organizzazione no-profit per la conservazione della natura e l’ambiente con sede a Setauket, nello stato di New York, ci regala con “Alfie e Io” un’opera che va oltre il memoir naturalistico per diventare una riflessione filosofica, spirituale ed ecologica sul rapporto tra uomo e natura. Il libro è un viaggio attraverso la vita di una gufetta, Alfie, e il suo impatto sulla vita dell’autore e della sua famiglia.

Alfie, un assiolo americano orientale, viene trovata in condizioni disperate su un marciapiede di Long Island, vicino a New York City. Carl Safina e sua moglie Patricia, esperti nel salvataggio di animali selvatici, decidono di prendersi cura della creaturina.

La storia di Alfie si intreccia con quella della pandemia di COVID-19, che costringe i Safina a trascorrere più tempo a casa, permettendo loro di osservare da vicino la vita della gufetta e di riflettere sul significato della loro relazione con la natura. La pandemia, con il suo isolamento e le sue incertezze, diventa un’opportunità per rallentare, osservare e apprezzare le piccole meraviglie della vita quotidiana.

Alfie diventa presto un membro della famiglia, una compagna silenziosa ma profondamente presente nella vita quotidiana dei Safina. Attraverso mesi di cure, osservazioni e condivisione di spazi, Carl sviluppa un legame unico con Alfie, un legame che sfida le convenzioni scientifiche e culturali sulla separazione tra uomo e natura.

In un mondo sempre più frenetico e disconnesso, la pausa forzata della pandemia e Alfie rappresentano un richiamo alla semplicità e alla bellezza della natura. La sua presenza offre ai Safina un senso di pace e di connessione in un momento di grande caos globale.

Il libro racconta il percorso di Alfie dalla dipendenza all’indipendenza, dalla vita domestica alla libertà, fino alla formazione di una famiglia con un compagno selvatico, soprannominato “Plus-One”. La storia di Alfie è intrisa di momenti di tenerezza, come i rituali di corteggiamento con Plus-One, la nascita dei loro piccoli e la crescita della famiglia di gufi nel giardino dei Safina.

“Alfie e Io” non è solo la storia di un gufo. È un’opera che usa Alfie come punto di partenza per esplorare temi universali: il nostro posto nel mondo naturale, la nostra relazione con le altre specie e le conseguenze della nostra disconnessione dalla natura. Safina ci invita a considerare la natura non come un’entità separata da noi, ma come una rete intricata di relazioni di cui facciamo parte. Attraverso Alfie, l’autore esplora il concetto di “relazionalità” – l’idea che tutto ciò che esiste è connesso e che la vita stessa è un flusso di energia e relazioni.

Il libro è anche una critica alla visione occidentale della natura come risorsa da sfruttare, una visione che Safina attribuisce in parte alla filosofia dualista di Platone e alla successiva separazione tra uomo e natura promossa dalle religioni abramitiche. L’autore contrappone questa visione a quella delle culture indigene e delle filosofie orientali, che vedono la natura come sacra e interconnessa. Si cita il fisico Steven Weinberg, secondo cui in un universo privo di significato, siamo noi a creare significato attraverso le nostre azioni. Il nostro compito è quello di “prendersi cura ferocemente e senza scuse” della vita che ci circonda. Ci si avvicina al concetto buddista di interconnessione, secondo cui non esiste un sé separato, ma solo un flusso continuo di energia e materia. Questo approccio porta a vedere Alfie non come un oggetto di studio, ma come un individuo con una storia, una personalità e un ruolo nel grande schema della vita.