Brevità è bellezza
Aforismi e dintorni

Augusto Monterroso
Moto perpetuo,
Occam, 2025, pp. 153
€ 16
Che scriva aforismi o prose relativamente più lunghe, che teorizzi sulla letteratura o parli di scrittori e di libri, che si lasci andare al disincanto o all’umorismo, che tratti dei diversi generi letterari o che ci incanti con osservazioni surreali sulle abitudini e le nevrosi del quotidiano, la costante dello stile di Monterroso, scrittore nato in Honduras nel 1921 e vissuto in esilio in Messico fino alla morte nel 2003, è la brevità.
“Sento elogiare spesso la brevità e io stesso provo una felicità provvisoria quando sento ripetere che le cose belle, se brevi, sono doppiamente belle”.
Ma non è solo alla brevità della scrittura che qui si allude, ma alla brevità della felicità, che leopardianamente sta sempre nell’attimo che fugge e che se si ripetesse all’infinito o si estendesse temporalmente forse non sarebbe più felicità, non quella almeno che conosciamo in certi momenti epifanici. Cui anche la scrittura di Monterroso, fluviale, incurante della punteggiatura, abbandonata alla potenza dell’immaginazione e della trasfigurazione, può sicuramente contribuire.
Inutile rincorrere i temi e le occasioni di questi brevi pensieri, meglio sottolineare la forza sperimentale della lingua che, per intenderci, fa pensare a Bolano, se restiamo in America Latina, e a Perec, se ci spostiamo in Europa, e non è certo un caso che Italo Calvino ammirasse lo scrittore guatemalteco anche per questo.
Eppure non possiamo del tutto passare sotto traccia alcuni di questi microracconti assolutamente irresistibili: “Come mi sono sbarazzato di cinquecento libri”, brillante satira dei bibliomani, dei collezionisti e di se stesso;
“Le domestiche”, dedicato a quelle figure “irreali” che entrano nella vita di un uomo in modo così intimo per poi abbandonarlo quando meno se l’aspetta e per le motivazioni più strambe;
e “Statura e poesia” divertentissima divagazione sul fatto che per essere dei buoni poeti, a parte rarissime eccezioni, occorra essere bassi e possibilmente non in ottima forma.
Se dovessi consigliare un libro per le vacanze, al momento consiglierei questo: profondo e lieve, terribile nell’affermare certe verità che facciamo finta di non vedere, come quelle relative alla routine dei rapporti coniugali, ma anche bonario tenero e indulgente verso le manie degli uomini e soprattutto degli scrittori. Alla scoperta di Monterroso, dunque!
Post Scriptum: non perdere nemmeno “Benefici e malefici di Jorge Luis Borges”, sulle conseguenze che l’opera del grande scrittore determina nel lettore.