Alla radice del male
Spiritualità
Gli otto spiriti della malvagità è un libro fondamentale per gli studiosi della spiritualità cristiana e in particolare di quella orientale, visto che l’autore, il monaco e scrittore greco Evagrio Pontico, nacque nel IV secolo d. C. in Asia minore.
Ed è fondamentale per comprendere la vena ascetica che sempre ha accompagnato il cristianesimo sin dai primi secoli della sua diffusione.
Evagrio la incarna perfettamente in questi esercizi di meditazione che sono anche esercizi spirituali e di mortificazione.
Ma il detto, come sempre, non può essere disgiunto dal dire e dalla sua forma: quello che colpisce, dunque, in queste pagine, non è solo il messaggio di contrizione, finalizzato a tenere a bada il male in tutte le sue sembianze e trasformazioni, ma anche il medium con cui questo messaggio viene mandato.
Se viene scelto il registro della sentenza, della massima, della frase breve e incisiva è per arrivare a tutti in modo veloce ed efficace, col proposito performativo di determinare uno stile di vita conforme agli ideali cristiani. Non è un caso che Evagrio faccia parlare un venerabile a un discepolo così come un medico parla al suo paziente, per consigliarlo e convincerlo a iniziare una certa terapia.
Da queste esigenze retoriche di persuasione deriva anche il possente livello metaforico-analogico della sua lingua.
Prendiamo ad esempio il primo degli otto spiriti: la voracità. Mentre il desiderio del cibo alimenta e nutre le peggiori passioni, allontanando il vorace da Dio e dagli altri, “la preghiera di chi digiuna è un pulcino d’acqua che vola” e il suo “corpo un cavallo sottomesso e non getterà mai a terra il suo cavaliere”.
E a proposito dell’amore per il denaro, che è la radice di tutti i mali, “chi ne possiede molto è come una nave carica e viene facilmente sommersa in un turbine di onde”.
Si continua così, con questo tono esortativo e solenne, per l’analisi e la classificazione degli altri spiriti: la fornicazione, l’ira, la tristezza, l’acedia, la vanagloria e la superbia.
Il Trattato di Evagrio è stato pubblicato molte volte, ma questa di Città Nuova è la prima edizione di due antiche versioni latine messe a confronto. Qui viene corredato di Introduzione, testo critico, traduzione e note di commento per farne un classico irrinunciabile della Patristica.