Realtà e fantasia dell’adolescenza
Classici

Alexandre Vialatte
I Frutti del Congo
Prehistorica, 2025, pp. 400
€ 20
I Frutti del Congo di Alexandre Vialatte, finalmente disponibile in italiano nel 2025 per Prehistorica nella traduzione di Gabriella Bosco, è un romanzo che sfugge a ogni definizione convenzionale. Considerato uno dei capolavori della letteratura francese del XX secolo, il libro è un viaggio poetico e disincantato nell’adolescenza, un’età in cui il confine tra sogno e realtà si fa labile e la fantasia diventa un rifugio dall’ordinario.
Il romanzo si svolge in una cittadina dell’Alvernia, dove un gruppo di studenti di un collegio vive sospeso tra la monotonia della provincia e le avventure immaginarie costruite attorno a un manifesto pubblicitario: l’immagine di una donna nera che regge limoni d’oro, simbolo di un esotismo irraggiungibile. Quel manifesto, inizialmente concepito per promuovere i frutti coloniali, diventa per i ragazzi un emblema di libertà e poesia, un invito a evadere dalla grigia routine.
Attraverso gli occhi del protagonista, Frédéric Lamourette, e dei suoi compagni, Vialatte dipinge un mondo in cui i dettagli più banali si trasformano in epiche leggende. Le lezioni noiose, i professori eccentrici, le passeggiate in città e le riunioni nel club segreto dei “Piaceri di Corea” diventano tasselli di una mitologia personale, alimentata da libri eruditi e da una fervida immaginazione. “Il destino passa nelle nostre vite con suole di feltro. Si nasconde senza mascherarsi. Lo si riconosce solo una volta passato.” Persino la figura inquietante di Monsieur Panado, un mostro inventato per incarnare le paure dell’ignoto, assume un ruolo centrale nella narrazione, riflettendo l’eterna lotta tra creatività e conformismo.
Vialatte non scrive un romanzo di formazione tradizionale. Piuttosto, cattura l’essenza fugace dell’adolescenza attraverso un linguaggio ricco, ironico e spesso lirico. La sua prosa, a tratti barocca e rocambolesca, mescola digressioni filosofiche, umorismo sottile e una vena di malinconia, creando un ritmo narrativo che ricorda l’oralità di una storia raccontata attorno a un fuoco.
I temi principali emergono con forza: l’immaginazione come resistenza, i ragazzi usano la fantasia per sopravvivere alla noia e all’oppressione delle istituzioni, trasformando il loro collegio in un regno di avventure; la critica alla società di consumo, il manifesto pubblicitario, simbolo di un colonialismo ambiguo, diventa una metafora delle promesse non mantenute dal mondo adulto; la perdita dell’innocenza, il passaggio all’età adulta non è un evento traumatico, ma un lento disincanto, descritto con una delicatezza che rende il dolore universale. Encomiabile la scelta di Prehistorica di dare spazio a questo autore, con il testo qui presentato a altri titoli pubblicati negli ultimi anni. Alexandre Vialatte (1901-1971), noto per aver introdotto Kafka in Francia e per le sue traduzioni di Nietzsche e Goethe, riversa in questo romanzo tutta la sua eredità culturale. I Frutti del Congo, candidato al Premio Goncourt nel 1951 e poi oscurato da polemiche editoriali, è oggi riscoperto come un’opera visionaria. La traduzione italiana di Bosco ne restituisce la complessità linguistica, preservando giochi di parole e sfumature caratteristiche della scrittura di Vialatte.