Arte, corpo, parola

Storie brevi

Buchi_neri

Alessandra Sarchi
Buchi neri
Industria & Letteratura, 2025, pp. 64
€ 10

Alessandra Sarchi, nata a Brescello nel 1971, ha una formazione da storica dell’arte alla Scuola Normale di Pisa e un dottorato a Ca’ Foscari ed è una delle voci che si segnala per originalità nel panorama della narrativa italiana contemporanea. Sarchi porta nella sua scrittura una sensibilità visiva capace di trasformare immagini e dettagli in potenti metafore narrative. Autrice poliedrica, ha esordito nel 2008 con la raccolta Segni sottili e clandestini e ha conquistato critica e pubblico con romanzi come Violazione (pubblicato con Einaudi e Premio Campiello Opera Prima) e La notte ha la mia voce (Premio Mondello). La sua produzione spazia dalla narrativa alla saggistica, dalla critica d’arte alla traduzione, sempre con un’attenzione ai temi del corpo, della soggettività femminile e delle relazioni umane.

Pubblicato nella collana L’invisibile di Industria & Letteratura, Buchi neri è un racconto lungo che esplora con delicatezza e profondità la vita di tre donne legate da un destino di dolore e resilienza. Al centro della storia c’è Lavinia, affetta da una malformazione del sistema nervoso che limita la sua autonomia e la sua capacità di comunicare. Attorno a lei ruotano la sorella Alice, con cui condivide un legame quasi telepatico, e la madre Giulia, vedova, schiacciata dal peso della quotidianità.

Sarchi costruisce un microcosmo domestico in cui i gesti più semplici diventano metafore di relazioni complesse. La malattia è lo sfondo, ma non il protagonista assoluto: ciò che emerge è la fiamma del desiderio che si accende in Lavinia, nonostante le sue limitazioni fisiche. Attraverso una prosa precisa e poetica, l’autrice indaga i temi dell’amore, del senso di colpa e della resistenza umana, con una particolare attenzione alla “complicata geometria degli affetti”.

La scrittura di Sarchi è un equilibrio tra concretezza e lirismo, tra dettaglio quotidiano e riflessione esistenziale. Buchi neri conferma la maestria dell’autrice nella narrativa breve, già dimostrata in opere come Via da qui (2022). Il racconto, inserito in una collana dedicata all’”invisibile”, si distingue per la sua capacità di dare voce a ciò che spesso rimane inespresso, trasformando la fragilità in un atto di bellezza e resistenza. Consigliato a chi cerca storie intense, scritte con una lingua che unisce precisione e potenza emotiva.