Aforismi per bibliofili
Dice il saggio

Alberto Manguel
Il lettore ideale & La biblioteca ideale
Vita e Pensiero, 2025, pp. 72
€ 12
Alberto Manguel, scrittore e intellettuale cosmopolita, torna con un’opera che incarna l’essenza della sua lunga riflessione sulla lettura e sul ruolo dei libri nella vita dell’uomo. Il lettore ideale & La biblioteca ideale, pubblicato da Vita e Pensiero nel 2025, è un librino di 72 pagine che racchiude una serie di aforismi dedicati a due figure centrali nel mondo della cultura: il lettore e la biblioteca. Tradotto da Giovanna Baglieri e arricchito dagli acquerelli di Andrea Musso, il volume si presenta come un gioiello letterario, perfetto per chiunque ami perdersi tra le pagine di un libro e sognare spazi ideali dedicati alla conoscenza.
Il libro unisce due testi di Manguel, Il lettore ideale e La biblioteca ideale, creando un dialogo armonioso tra riflessioni testuali e illustrazioni. Gli acquerelli di Musso, delicati e ricchi di dettagli, accompagnano il lettore in un viaggio visivo che completa e amplifica le parole dell’autore. Le immagini, frammentate per permettere a ciascuno di tracciare il proprio percorso, riflettono l’idea di una biblioteca come luogo accogliente, dove ogni libro è a portata di mano e ogni riga sembra scritta appositamente per noi.
Manguel delinea il profilo del lettore ideale attraverso aforismi che spaziano dall’ironia alla profondità filosofica. Il lettore ideale non è un semplice fruitore passivo, ma un co-creatore del testo, capace di ascoltare, tradurre e persino sovvertire le parole dell’autore. Come scrive Manguel: «Il lettore ideale è il personaggio principale di ogni romanzo».
Tra gli aforismi più significativi, spiccano quelli che sottolineano l’importanza della curiosità e dell’umorismo, come: «Il lettore ideale ha un perverso senso dell’umorismo», o quelli che celebrano la libertà interpretativa: «Ogni libro, bello o brutto che sia, ha il suo lettore ideale».
Non mancano riferimenti letterari, da Stendhal a Goethe, passando per Borges, che testimoniano l’ampiezza degli orizzonti culturali di Manguel.
La seconda parte del libro è dedicata alla biblioteca ideale, concepita non come un tempio sacro della conoscenza, ma come uno spazio democratico e inclusivo. Manguel elenca caratteristiche concrete e poetiche: «La biblioteca ideale non ha orari di chiusura»; «È aperta a qualsiasi tipo di tecnologia, formato e manifestazione del testo»; «Contiene almeno una riga scritta esclusivamente per te».
La biblioteca ideale è anche un luogo di resistenza: «Il compito impossibile di ogni tiranno è distruggere la biblioteca ideale», scrive Manguel, ricordando come le biblioteche siano custodi della memoria collettiva e strumenti di libertà.
Manguel, con la sua prosa elegante e accessibile, invita a riflettere sul valore della lettura in un’epoca dominata dai massimalismi e dalla fretta. La sua visione è pragmatica e laica: «Una biblioteca abbastanza buona che accoglie libri e lettori abbastanza buoni. Non essendo immortali, questo dovrebbe bastare».
Il libro è una celebrazione dell’imperfezione e della diversità, un antidoto contro i dogmatismi, sia quelli dei puristi della carta che degli evangelisti del digitale.
«Leggere non ti promette nulla, ma ti offre la possibilità di essere meno stupido, più felice». E forse, in un mondo sempre più complesso, è già tanto.