Il canto dell’Amore
Può dunque una parola, una sommessa
parola, detta da un labbro che trema
balbettando, valer più d’un poema,
prometter più d’ogni miglior promessa?
Può levarsi, a quel suono, una dimessa
fronte, raggiando, qual se un diadema
la cinga, e può dar tanto di suprema
gioia, che quasi ne rimanga oppressa
l’anima?… Io credo svelga oggi dai cuori
ogni ricordo d’amarezza, ormai
sazio d’umane lacrime, il destino.
E’ così certo! Non mai tanti fiori
ebbe la terra, e il cielo non fu mai
né così azzurro, né così vicino!
Da “Leggenda Eterna” Casa Editrice Nazionale” Roux e Viarengo, Torino-Roma 1903