La bussola del diritto

Il tempo che stiamo vivendo sembra aver smarrito la bussola del diritto. Mi riferisco al diritto internazionale vilipeso, tradito, negato, stravolto da iniziative unilaterali o bilaterali tronfie, con la voce grossa e con l’ostentazione della forza e della sua minaccia. Mattarella ha ragione da vendere quando dice che l’ordine internazionale disegnato dalla Carta delle Nazioni unite serviva soprattutto a difendere i diritti di ogni nazione a cominciare dalle più piccole. Oggi anche quel diritto che era stato dato come acquisito si presenta come un miraggio. Ma non possiamo nemmeno rassegnarci al dato che siano i più forti a dettare le regole del gioco. Soprattutto quando le fiches sul tavolo verde del mondo sono vite umane. C’è bisogno di un sussulto corale che sbarri la strada alla prepotenza per ridurre tutti a ragione. Per scongiurare quello scatto, i presunti padroni del mondo hanno usato una tecnica vecchia vecchia ma sempre efficace: divide et impera! E così Trump ha attratto strategicamente a sé il capo del governo italiano e promesso regalie a qualcuno a scapito di altri dividendo così l’Europa e Putin ha tappato la bocca ad altri Paesi raccogliendoli nei Brics. Con questo scenario non è solo l’Ucraina e la Palestina a stare in bilico sull’orlo del precipizio ma il mondo intero. Se questa mano è vincente, i più forti crederanno di aver inventato un nuovo sistema e continueranno a puntare sempre più alto. E si sa che la ludopatia è una brutta malattia.