Pixel, la tv in briciole – Francesco

Giornalista di Rai1 annuncia la morte di papa Francesco

Pixel Matteo (l’evangelista) 23, 27-28

Due spezzoni, brevi, di comunicazione tv hanno consentito di prendere alcune misure, politiche, nei giorni appena successivi alla morte di papa Francesco; una replica, in realtà, e un rimontaggio di materiali noti. Due spezzoni costruiti seguendo i comportamenti, l’agire e non solo il ‘dire’ del papa un po’ italiano e un po’ argentino, un po’ (tanto) gesuita e un po’ (tantissimo) assisano per quella scelta – “qui sibi nomen imposuit” – di Francesco.

Il primo si ritrova ora su Raiplay. È un documentario sull’andare di Francesco per le terre lontane, tra le genti. Ne abbiamo parlato su Rocca del 1° maggio 2023; il titolo era ed è “In viaggio con Francesco”; a questo va aggiunto Blob del 21 aprile che ha giostrato, com’è proprio della sua linea editoriale, accostando fatti fuori dalle cronologie.

Ed ecco Rio e le periferie romane, le Filippine, Cuba con Fidel e gli Usa con Obama, Uganda e Centrafrica, Bolivia e Messico, il Canada, Asti, l’Asia. E la bandiera ucraina di Bucha… E soprattutto Lampedusa, il primo “viaggio apostolico”.

Contro le troppe ‘vicinanze’ rivendicate in morte, basterebbe questo solo riferimento “a la pequeña isla” – come diceva – per essere molto (molto!) tentati di rifarsi alla Scrittura, e segnatamente al Vangelo secondo Matteo, non il film e non solo citando, a slogan ormai, i “sepolcri imbiancati” ma proseguendo nel testo: “pieni di ossa di morti e di ogni putridume” (Mt 23, 27-28): ché questo sono i porti chiusi, i soccorsi negati in mare, i Cpr per migranti in Albania.

Qualcuno/a raccoglieva e seguiva, ha seguito, segue – come ora afferma –  davvero, ma davvero davvero, “i suoi suggerimenti”?

Pixel “La Rai sospende…” 1963

Senza nostalgie. Sapendo che è mutato l’universo della comunicazione e quello del tempo e della storia… Ma misurando lontananze remote ed estreme del passato è da dire che nel 1963 era stato altro, rispetto all’oggi, per emotività espressa e contenuta ad un tempo, l’annuncio televisivo di Marco Raviart: “Sua Santità Giovanni ‘vigesimoterzo’ è morto. La notizia è stata data poco fa dalla Radio Vaticana. La Televisione italiana in segno di lutto per la scomparsa del Santo Padre, sospende i programmi. Le trasmissioni riprenderanno alle 20.30 del Programma Nazionale e del Secondo Programma con una edizione del Telegiornale”.

All’epoca i media dominanti via etere erano la radio e, appunto, la tv. Ed era quello il primo annuncio della morte di un pontefice in tempo pressoché reale, per vie televisive, nel contesto di una società che si trovava appena sulle soglie della comunicazione di massa.