Il faut être absolument modernes

Gibellina
Gibellina

«Il faut être absolument modernes» diceva Arthur Rimbaud nella sua opera Une saison en enfer. Non è stata questa ingiunzione a indirizzare verso l’istituzione della Capitale italiana dell’arte contemporanea, tuttavia l’idea si sta applicando e la prima città nominata Capitale dell’Arte Contemporanea è stata Gibellina, per il 2026. Per l’anno successivo si è fatta una prima scrematura tra le candidate e il 30 ottobre p. v. si deciderà quale tra Termoli (CB), con il dossier “Traiettorie contemporanee”, Alba (CN) “Le fabbriche del vento”, Pietrasanta (LU), “Essere arte. O dell’umanità dell’arte” e il ticket Foligno Spoleto “Foligno-Spoleto in Contemporanea”.

La candidatura a Capitale di Termoli sfrutta la circostanza di essere sull’incrocio del 42° parallelo e 15° meridiano, che tagliano la città, e che fa assurgere la geografia a simbolo, proponendo la città come crocevia e punto di incontro delle culture in modo naturale ma non casuale.

Con il crocevia si crea un tutt’uno tra entroterra e costa proiettandosi idealmente verso l’altra sponda dell’Adriatico evocando storia e migrazioni. Gli incroci si ripetono con le aree interne, nel tempo spopolate, ma i cui residui restano aggrappati alla propria cultura, integrata dall’immigrazione ancor oggi presente. Il territorio è inteso come un laboratorio di interpretazione sociale che attraverso l’arte contemporanea migliora la qualità della vita, incoraggiando al permanere, alla crescita e al ritorno delle persone. “Traiettorie Contemporanee” si focalizza sulla creazione di un percorso multidisciplinare che integra arte, musica, teatro e nuove tecnologie, ambiti che sconfinano uno nell’altro. Favorendo la sperimentazione e l’innovazione tramite l’interazione tra artisti locali e internazionali.

Interessante, come idea, il progetto congiunto Foligno e Spoleto: “Foligno-Spoleto in Contemporanea”. le città umbre, già in possesso di testimonianze cospicue degli ultimi anni del secolo trascorso e dei primi anni di questo: Fuksas, Theimer, De Dominicis, Calder, Sol Lewitt… si propongono di collaborare per dare vita, in una regione decisamente sbilanciata sull’arte del passato, ad un circuito artistico che coinvolga mostre, eventi e residenze artistiche in entrambi i comuni, sfruttando l’arte contemporanea come strumento di dialogo e condivisione tra le due comunità, promovendo istituzionalmente un turismo culturale sostenibile, aggiornando l’identità delle città e favorendo la collaborazione tra enti pubblici e privati.

Il progetto “Le Fabbriche del Vento” di Alba si incentra sulla riqualificazione di spazi industriali dismessi, ce ne sono a decine sul territorio, oggetto di una evidente crisi, proponendone la trasformazione in centri di produzione artistica e culturale, come laboratori, spazi espositivi e aree dedicate a eventi culturali, con un’attenzione specifica sull’arte contemporanea in ciascuna delle sue forme. Un recupero del patrimonio industriale, teso a suscitare collaborazioni tra artisti, studenti e comunità locali. Con l’obbiettivo di rafforzare l’identità culturale di Alba, tradizionalmente legata economicamente a vino, tartufo e prodotti dolciari, così da inserirla come uno dei punti di riferimento per l’arte contemporanea nel Nord Italia.

Pietrasanta (LU): “Essere Arte. O dell’Umanità dell’Arte”

Il progetto di Pietrasanta, ‘naturalmente’ vocata da secoli alla produzione scultorea, si basa sulla riflessione sull’essenza dell’arte e il suo ruolo nella società contemporanea. “Essere Arte. O dell’Umanità dell’Arte” “Nel titolo del nostro dossier” spiega il sindaco e assessore alla cultura, Alberto Stefano Giovannetti “la frase ‘Essere arte’ esprime perfettamente l’intento che vogliamo continuare a perseguire: l’opera artistica, scultura, pittura, musica o danza che sia, non più come qualcosa da osservare ma da vivere in prima persona, incontrandola lungo le strade e nelle piazze, oltre che negli spazi museali, per creare, con essa, un’interazione imprevista e spontanea. Pietrasanta incoraggia ognuno di noi a diventare un testimone attivo dell’arte contemporanea, intesa come modo di essere e di pensare, superando quelle barriere che, spesso, condizionano il nostro agire quotidiano”.

Ciò tramite un percorso espositivo e di ricerca sfruttando la presenza costante e occasionale di artisti di fama internazionale e giovani talenti, con l’obiettivo di approfondire in divenire il rapporto tra arte, umanità e identità. Quindi anche attività di formazione, laboratori e incontri pubblici, con un forte accento sulla sostenibilità e l’inclusione sociale. Finalizzando il tutto al consolidamento della sua tradizione artistica, e puntando al rafforzamento del suo ruolo nell’arte contemporanea.

Difficile prevedere quale tra queste 4/5 cittadine, nessuna delle quali raggiunge la popolazione di 60.000 abitanti e che non sono nemmeno capoluogo di regione né di provincia, verrà scelta. Ciascuna però con una propensione all’arte, all’arte di oggi, che nasce sotto gli occhi dei viventi e non ha più uno statuto definito, cui viene attribuita una funzione rivitalizzante, quella che ha la cultura, con una qualità in più, quella di imporsi al pensiero al di là della volontà del fruitore, divenendo parte integrante della comunità di cui entra a far parte, contribuendo alla crescita degli individui e della collettività, in maniera più o meno incisiva, a seconda del valore di proposta dell’opera. In modalità ‘radiale’, cioè, a differenza dell’arte del passato, eccentrica rispetto ai riferimenti obbligati, come religione, ideologia, personalizzazione relativa al potere. L’auspicio sarebbe non capitale per un anno, ma ogni mese una capitale dell’arte contemporanea.