La pace sovrana

Dopo 18 mesi di orrori, la guerra d’Ucraina ha ormai già assegnato vittorie e sconfitte. Una vittoria l’ha data all’Ucraina che è diventata la star del mondo, è stata adottata dalla NATO e, pur tributaria dell’Occidente, non ha perduto la sua sovranità. Ma ha pur vinto la Russia perché ha fronteggiato la NATO, non è stata ridotta alla condizione di paria, come Biden voleva, né è stata espulsa dal consorzio mondiale, mentre ha rimesso in gioco le terre russofone aggregate all’Ucraina, il cui status potrebbe passare al vaglio di un nuovo referendum, e ha ribadito la sovranità russa in Crimea.

Ma la guerra ha anche inflitto alla Russia, all’Ucraina all’America e all’Europa una severa sconfitta. La Russia ne esce perdente perché con l’aggressione ha compromesso il suo onore. L’Ucraina è sconfitta perché chi, governandola, la doveva difendere l’ha gettata in una fornace di fuoco ardente facendole credere che la scelta fosse tra la schiavitù e la morte, e non era vero, né il popolo ci ha creduto, mentre in tutti i 72 distretti di reclutamento la corruzione ha permesso a molti di sottrarsi alle armi. E, come ormai anche i suoi alleati riconoscono, la sua controffensiva è fallita.  Ma sconfitta è stata anche l’America perché non ha raggiunto i suoi scopi e ha profuso miliardi che peseranno sul suo debito, mentre viene messo in gioco il monopolio del dollaro negli scambi mondiali, la sua vera ricchezza.  Né le basterà accrescere la sua potenza militare per affrontare la “sfida culminante” con la Cina e assicurarsi un dominio mondiale, che è contro natura e che non potrà conseguire. E sconfitta è l’Europa, che si è fatta fare una guerra in casa, non ha saputo dire parole di vita, e come nave senza nocchiero si è fatta dire dal Papa: “Verso dove navighi, Europa, se non offri percorsi di pace, vie creative per porre fine alla guerra in Ucraina e ai tanti conflitti che insanguinano il mondo?”. E non c’è solo l’Europa, e non solo la guerra; ha anche detto il Papa: “Verso dove navigate, Europa e Occidente, con lo scarto dei vecchi, i muri col filo spinato, le stragi in mare e le culle vuote? Verso dove navigate?”.

Perciò la guerra d’Ucraina ha già prodotto i suoi mali, ha dato tutto quello che poteva dare, vittoria e sconfitta a tutti i contendenti, compresi noi, i veri corrotti e sconfitti nel giudicarla e darne conto. Oltre questa soglia c’è solo la guerra mondiale e forse perfino l’atomica. Dunque perché questa guerra non finisce?

Non finisce perché l’antagonista alla pace non è semplicemente la guerra, ma è il sistema di guerra che ormai è diventato il vero sovrano e “padre di tutti”, tanto che comanda ogni cosa, pervade l’economia e domina la politica anche quando la guerra non c’è o non è dichiarata. È questa la ragione per cui la stessa guerra d’Ucraina non riesce a finire, perché essa, così ben piantata nel cuore dell’Europa per rialzare la vecchia cortina sul falso confine tra Occidente e Oriente, è funzionale o addirittura necessaria al sistema di guerra, e perciò gli stessi negoziati sono stati proibiti.

Per questo la Pace non può essere solo una guerra che finisce, essa deve essere istituita, anch’essa come un sistema, alternativo al sistema di guerra. La Pace deve essere riconosciuta come un ordinamento originario, “sovrano”, in quanto non istituita da alcun potere al di sopra di sé ma espressa dall’originaria libertà degli uomini e delle donne capaci di ragione e di amore; la Pace, come la guerra, è anche un artificio, non è un dato di natura, ma si costruisce e s’impara, come dice Isaia, e proprio per questo deve prendere forma in Costituzioni e leggi.  Ciò vuol dire stabilire un “nómos” della Terra, una sintesi armonica di pensiero e ordinamenti, di cui la Pace sia sovrana, rovesciando la scelta che dall’antichità è stata fatta fino ad ora, della guerra come “re di tutti” da cui tutto il resto dipende. Non è solo un sogno di “pacifisti”, è un compito di tutti i pacifici.

“E se spuntasse un Arcobaleno”, e finalmente si desse mano all’impresa? È questa la domanda che si accende tra i bagliori di guerra, perché la storia non è finita e la speranza sta solo un gradino sotto la fede.