L'editoriale
Il Corso che sta arrivando

Dal 21 al 24 Agosto la Cittadella Laudato si’ darà vita al suo ottantatreesimo Corso di studi cristiani. Nella pagina che segue trovate il programma quest’anno davvero ricchissimo. “Il tempo delle cose imprevedibili, il realismo della speranza, il cammino della liberazione”. Tante amiche e tanti amici autorevoli ci daranno una mano a riflettere su un tempo che a tutta prima sembrerebbe privo di speranza e avaro di prospettive di liberazione. I fronti di guerra si stanno estendendo, soprattutto la corsa forsennata e globale al riarmo disegna un’economia di guerra che è prima di tutto una guerra di classe dei ricchi contro i poveri, dei ricchissimi contro le classi medie. Per le spese militari non c’è più alcun vincolo di bilancio che tenga. È caduta la sacralità ideologica che ci veniva ammonita per convincerci che non bisognava esagerare di un’oncia nella spesa sociale, per la salute, per l’istruzione, per contrastare il lavoro povero. Il diritto internazionale è calpestato: alla forza della legge subentra la legge della forza. Le democrazie boccheggiano sotto l’incalzare di un nuovo potentissimo sistema tecnologico-militate-economico capace di identificarsi con la politica o di porla al suo servizio. La miseria dei sovranismi appare in tutta la sua ipocrisia: ormai perfino le terre rare sono oggetto di compravendita. Financo il feticismo del mercato mostra la sua natura fittizia. Tornano i dazi in una maniera così spudorata e massiccia nel silenzio dei custodi del liberismo, così come tacciono le anime morte del liberalismo di fronte all’evidentissimo regime change di molti Paesi democratici. Il negazionismo circa la crisi climatica che è anche crisi sociale come ha insegnato il grande papa Francesco nella Laudato si’ è l’altra faccia della medaglia. L’aggressione ai diritti sociali va sempre a braccetto con l’aggressione ai beni comuni della natura. Anche l’acqua sta diventando una merce. Tutto ciò è già violenza prima che precipiti nella guerra.
Lo scorso anno sono morti due grandi testimoni e protagonisti del realismo della speranza e del cammino della liberazione: Jurgen Moltmann e Gustavo Gutierrez, un protestante e un cattolico uniti da una grande passione per Cristo che non era mai separata dalla passione per le donne e gli uomini del loro tempo, soprattutto per i poveri, senza amore preferenziale per i quali è falso definirsi cristiani. Speranza e liberazione stanno insieme. Sperare è sempre sperare nella liberazione dallo sfruttamento, dal bisogno, dalla miseria, dal dolore, dalla morte. Se non è questo la speranza cristiana può diventare anche una proiezione alienata fuori della realtà, come può essere alienante rimuovere il desiderio che la vita, la vita buona, non abbia miglior destino che quello della tomba. Provare “nel tempo delle cose imprevedibili” ad essere credenti credibili. Provare a definire realistici cammini di resistenza e di liberazione nell’epoca delle passioni tristi. Coltivare la speranza scommettendo su percorsi forti di lotta nonviolenta. Costruire nuove teorie e nuove teologie nella convinzione che non c’è prassi di liberazione senza idee di liberazione. Mettere insieme i tanti frammenti di buone pratiche di solidarietà, di buone prassi di libertà e di uguaglianza, è un compito arduo, forse lungo ma necessario. Ci vuole testa e cuore. Se ci sarete cercheremo di fare ancora una volta di questo luogo quello che in un tempo molto lontano don Giovanni Rossi aveva immaginato: una Cittadella senza fortificazioni, una Rocca non arroccata, una Pro civitate che per essere autenticamente cristiana sia spazio aperto per donne e uomini coinvolti in un sogno di pace, di giustizia, di vita degna per tutte e per tutti. Nel tempo delle cose imprevedibili, imprevedibile e imprevisto può ben essere anche un nuovo vento di speranza capace di riaprire strade di liberazione.