Psicologia
Educazione sentimentale per adulti, è urgente! -2
Se amare è davvero difficile, forse e ancora più difficile confessare all’altra persona che l’amore non c’è più, o non c’è mai stato… Porre fine a una relazione, uscirne in modo rispettoso, è una faccenda complessa. Richiede consapevolezza di sé, capacità di analizzare e comprendere gli stati emotivi propri e altrui, richiede la competenza a restare per un poco in una posizione emotiva scomoda, buona padronanza della comunicazione, e tanto altro. Forse è anche per questo che tanti e tante hanno la tendenza a scomparire tout court…
La panoramica delle situazioni affettive incompatibili col benessere e con la pace interiore ha un suoelemento chiave, che è il ghosting, la sparizione improvvisa dalla vita online e offline dell’altra persona, in silenzio, in negativo, diventando per l’appunto un fantasma (ghost) inafferrabile, dalla presenza intangibile, annunciata solo da un vento gelido o da rumori sinistri, ma capace di produrre un’angoscia duratura e profonda.
“ghostare” è una strategia
È stata la generazione Z, la cui data di nascita cade tra il 1997 e il 2012, a rendere popolare questo termine, che ha dato luogo anche a una forma verbale, che italianizza il termine in “ghostare”, cioè l’azione che consiste nello sparire senza alcuna spiegazione, messa in atto da un partner che sembrava invece fino a poco prima affidabile e presente. Si tratta di uno specifico paradigma comportamentale, che attiva in chi lo subisce profonde ferite psicologiche, che richiedono una guarigione lunga e dolorosa. Tanto più dolorosa quanto più il legame era stato desiderato, conquistato, coltivato, e ancor più se era già evoluto verso dichiarazioni di progetti comuni.
La sparizione improvvisa è più frequente se tra i due partner ci sono marcate differenze nel modo di avvicinarsi all’esperienza amorosa, in altre parole se c’è una grande disparità in quello che in psicologa è definito “stile di attaccamento”. Tipicamente è la situazione in cui uno dei due tende a investire moltissimo nel legame, come ad aggrapparvisi, anche molto prima di conoscere a fondo il/la partner, mentre l’altro tende a evitare coinvolgimenti troppo forti e a fuggire via di corsa quando il legame potrebbe diventare più solido, e soprattutto più impegnativo.
Le tante facce del ghosting
Ho deciso di chiudere questa storia, non ho voglia di dirlo all’altra persona, non mi va di parlarne, di dare spiegazioni che non ho chiare forse neppure io, o comunque che non mi va di chiarire. Non ti darò la possibilità di chiedermi perché, e allora non te lo dirò che voglio chiudere, lo capirai prima o poi, e, soprattutto, non lascerò che tu mi trovi, mi interroghi, mi confronti, e men che mai che mi critichi e mi riversi addosso i tuoi sentimenti feriti, i pianti, le recriminazioni. Vorresti forse pregarmi, farmi sentire in colpa, ma non te lo permetterò.
Dunque, vediamo, potrei scomparire definitivamente dall’oggi al domani, senza nessuna comunicazione, nessun contatto, perché lo so perfettamente fin da ora che non ho la minima intenzione di ridarti uno spazio nella mia vita. Non posso far sparire te, purtroppo, anche se sarebbe questo il mio reale desiderio, e allora sparisco io, mi faccio uccel di bosco, non mi avrai mai più, adieu!
Magari invece potrei sì, certo, sparire all’improvviso, entro pochissimi giorni, senza dirti assolutamente nulla, magari ti blocco sui social, non rispondo ai messaggi e al telefono, e poi, se mi andrà, sbloccherò tutto tra un po’, così se vorrò potrò rifarmi vivo come se niente fosse per ricominciare. Nessuna spiegazione, né per sparire, né per tornare, mi sentirò molto potente, e tu certamente dirai di sì, non vorrai perdere certo l’occasione. Ti ho in pugno, che soddisfazione poterti manovrare come una pedina, così io non mi espongo mai emotivamente, se non mi coinvolgo non rischio nulla, sono io a padroneggiare il gioco.
In alternativa, potrei metterci un po’ più di impegno e scomparire pian piano, come una dissolvenza in un film, sfilandomi gradualmente dal rapporto con te, in modo quasi impercettibile, lasciando spazi sempre più larghi tra le telefonate, diradando gli incontri, attivando un minore coinvolgimento, una maggiore freddezza e distanza emotiva, un minor contatto fisico, meno parole e sempre più superficiali, magari anche una certa fretta di andarmene, scuse varie, il lavoro, lo stress, le preoccupazioni, i tuoi difetti… insomma una morte lenta, tale per cui potresti anche essere tu a decidere di andartene del tutto… Senza aver mai dichiarato nulla sulla mia intenzione di allontanarmi, potrei perfino, se cambio idea, riavvicinarmi e riaprire le danze…
Non solo i rapporti d’amore, ma anche amicizie profonde, soprattutto quelle giovanili, possono finire nel ghosting. Ogni relazione intensa e profonda, o presunta unilateralmente tale, può potenzialmente concludersi con questa strategia di evitamento.
Che succede a chi è lasciato al palo?
Non ti sento più, ti cerco e non mi rispondi, sono passati ormai dei giorni, non capisco cosa sia accaduto, so solo che sento una grande agitazione e un profondo sconcerto.
Stanno passando i giorni, le settimane, e non voglio rassegnarmi all’evidenza: tu non mi vuoi più, e me lo stai dicendo nel più crudele dei modi. Non riesco ad attivare un minimo di lucidità, mi ritrovo ad aspettare una telefonata, a guardare se accedi a WhatsApp, ti cerco nei parcheggi, nei luoghi che frequentavamo, mi ritrovo quasi a fare stalking con te, ma sono alla disperazione…
Mi dicevi che stavamo bene insieme, facevamo progetti, tutti ci dicevano “Che bella coppia, siete così uniti!”, e io adesso scruto le facce degli amici per capire se mi possono dare tue notizie, se ti hanno visto con un’altra persona, se hai parlato di me…
Più passano i giorni e più mi spengo. All’inizio rabbia e disperazione si davano il cambio spesso dentro di me, come se passassi dal fuoco al ghiaccio, viaggiavo tra il riempirti di parole orribili nella mia mente e il supplicarti di tornare da me, e ritorno. Ma senza la tua faccia reale davanti ai miei occhi, senza la tua presenza fisica, mi sentivo impazzire, e a forza di questo dialogo muto ho cominciato a chiedermi se a sbagliare qualcosa non fossi io, se qualche mio comportamento o qualche difetto che tu mi avevi da sempre addebitato potesse essere stato la causa del tuo allontanamento… Allora giù a flagellarmi, a interrogarmi, a rimproverarmi, e avrei voluto farti promesse, chiederti scusa perfino, perché quello che tu avevi fatto, la tua sparizione, poteva essere colpa mia… Tante domande si annodavano nella mia mente: perché? Cosa ho sbagliato? Avrò avuto troppa fretta? Ti avevo fatto qualche offesa? Avevi un’altra persona con cui da tempo mi tradivi?
Sul momento questa sarabanda di pensieri ed emozioni mi dava un senso di vitalità, almeno avevo un abbozzo di ipotesi nella mente, non si può stare senza spiegazioni! E poi, riconoscendomi una colpa, mi sentivo meno impotente, avrei potuto chiederti scusa, rimediare. Poi c’è stato il crollo, lo spegnimento, la fatica emotiva ha prevalso, la sconfitta mi è diventata evidente, e l’unica verità che mi è rimasta in mano è di essere uno scarto, qualcosa che tu hai rifiutato e buttato via. Mi sento uno schifo, sento un vuoto gelido, sono a terra e il mio cuore si è chiuso per non soffrire, per non impazzire.
Certo che, se tu tornassi, se mi chiedessi di ricominciare, se solo tu mi dessi anche un piccolo segnale, te la riaprirei subito questa porta. E anche se so chi sei, di cosa sei capace, anche se so che potresti farlo di nuovo, anche se vivrei nell’angoscia di una nuova sparizione, avrei almeno per un po’ l’illusione di non averti perduto del tutto, di valere qualcosa, attraverso il tuo ritorno… sono la vittima che ricerca il suo carnefice.
Tutta colpa dei social?
Sono i social che hanno sdoganato il ghosting? Sì, ma anche no. No, perché è sempre esistita la sparizione volontaria, come strategia di evitamento del confronto con una realtà affettiva non più desiderabile. Sì, perché coi social è tutto più evidente e amplificato, il segnale di esclusione è più immediato e veloce, ed è considerato addirittura normale se ci sono stati pochissimi incontri o la relazione si è sviluppata online. Anche le regole implicite delle relazioni affettive sono meno rigide e la loro violazione subisce una riprovazione sociale molto minore, un certo livello di disimpegno è “normalizzato” dalle nuove consuetudini introdotte dalle relazioni liquide.
Per gli adolescenti, la tendenza a evitare il confronto per una conclusione esplicita si può perfino comprendere, in primis sul piano delle difficoltà di elaborazione emotiva che comporta, e si può leggere la chiusura emotiva verso l’altra persona come una difesa dal contatto diretto con la propria responsabilità personale, con la propria vergogna, e col dolore dell’altro partner.
Nella popolazione adulta il ghosting denuncia invece un grado di disimpegno e di alienazione della responsabilità molto inquietante quando è prodotto dal lato attivo, e una passività, una difficoltà a elaborare il dato di realtà e il dolore della perdita, dal lato di chi lo subisce. In poche parole, si evidenziano le ferite dell’attaccamento che, insieme al diffondersi di modelli relazionali più liquidi, chiedono a gran voce una educazione sentimentale anche per gli adulti.
Si tratterebbe di acquisire o rinforzare competenze di base, come comunicare in modo diretto e aperto la volontà di concludere la storia, e come sostenere una autoriflessività e un atteggiamento empatico durante il confronto diretto, dove, se ho deciso di concludere una relazione, mi assumo anche la responsabilità della mia scelta e sono capace di non rovesciare le mie accuse sul partner che sto lasciando, e comunicare anzi comprensione empatica per il suo dolore.
Non c’è più niente da fare / ma è stato bello sognare / un grande amore sincero / ed un felice futuro / da vivere insieme per sempre con te. / La vita ci ha regalato / qualcosa da ricordare / il nostro amore sincero / dei lunghi giorni felici / qualcosa che il tempo non cambierà mai. / E domani forse troverai quello che vuoi / e domani forse ciò che voglio troverò / ma so già che tra noi niente mai cambierà / basta solo che ti ricordi che anche se / non c’è più niente da fare / ma è stato bello sognare / la vita ci ha regalato / dei lunghi giorni felici / qualcosa che il tempo non cambierà mai.(Bobby Solo, 1967!)