Crisi climatica
COP 28 a Dubai
La Sfida Cruciale per Il Futuro del Clima Globale
La 28ª Conferenza delle Parti (COP) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), ratificata nel summit di Rio del 1992, per accelerare le politiche mirate a limitare il riscaldamento globale, sarà ospitata a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, dal 30 novembre al 12 dicembre 2023. Si tratta della prima COP che si tiene dopo la pubblicazione completa dell’ultimo aggiornamento del 6° Assessment Report dell’IPCC (AR6), il Panel Intergovernativo sul Cambiamento Climatico il quale fornisce un’analisi dettagliata dello stato attuale della scienza climatica.
Alcuni degli argomenti chiave che verranno trattati alla COP 28 includono:
- L’attuazione del Protocollo di Parigi, che mira a mantenere l’aumento globale della temperatura ben al di sotto dei 2°C, preferibilmente a 1,5°C, rispetto ai livelli preindustriali.
- La raccolta di finanziamenti e l’accesso alle tecnologie per i Paesi in via di sviluppo al fine di aiutarli ad adattarsi e mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici.
- La graduale eliminazione dei combustibili fossili e la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
- Il potenziamento della trasparenza e della responsabilità nell’affrontare i cambiamenti climatici e nella rendicontazione dei risultati.
- Il rafforzamento della cooperazione e del dialogo tra diversi attori coinvolti nella governance globale del clima, compresi la società civile, il settore privato, le comunità indigene, i giovani, le donne e le comunità locali.
La COP 28, presieduta da Ahmed al-Jaber, amministratore di Adnoc, il colosso petrolifero degli Emirati Arabi Uniti, rappresenta un momento cruciale per l’azione globale sul clima. Questo vertice precede, infatti, il primo Global Stocktake (GST), quel momento critico in cui verrà valutato il progresso verso gli obiettivi stabiliti nell’Accordo di Parigi del 2015. Inoltre, sarà un’opportunità per i Paesi di riesaminare i progressi nell’attuazione delle proprie NDC (Nationally Determined Contributions), che rappresentano le loro promesse di riduzione delle emissioni di gas serra e di adattamento agli impatti climatici.
Questa conferenza non è soltanto una riunione tecnica ma anche un evento politico di rilevanza significativa. Riflette le dinamiche di potere e gli interessi tra gli attori coinvolti nella governance globale del clima. Influisce direttamente sulla vita e sul benessere di milioni di persone in tutto il mondo, particolarmente vulnerabili agli impatti dei cambiamenti climatici.
Inoltre, la COP 28 sarà fondamentale per ragioni molto concrete: dopo un ritardo di 3 anni, i Paesi ricchi dovrebbero finalmente stanziare i 100 miliardi di dollari all’anno in finanziamenti climatici a cui si erano impegnati nel 2009. Nel frattempo, il tema delle risorse necessarie per affrontare la crisi climatica è diventato centrale nel processo negoziale. Non si tratta più solo dei 100 miliardi. Nel frattempo sono emersi anche (nuovi) fattori politici di cui si dovrà tener conto, come la rivalità tra Stati Uniti e Cina che si fa sempre più intensa su alcuni fronti, sebbene fino ad ora il clima sia stato l’unico ambito in cui Pechino e Washington hanno cercato una collaborazione proficua. Non è affatto scontato che a Dubai tale intesa continui e produca risultati concreti.
Infine, c’è una ragione pratica per cui la conferenza di Dubai è di fondamentale importanza: molti osservatori ritengono che sia l’ultima occasione per preservare l’obiettivo degli 1,5 gradi Celsius stabilito nell’Accordo di Parigi.