Verso la conoscenza di sé

Tante storie

Maria Luisa Albano
Romanza
Delta3 2023, pp. 88
€12,00

Intraprendere un viaggio è sempre compiere un viaggio dentro di sé. “Cammino, camminante e strada. Altro non era il mio io verso me stesso”. Queste parole di un mistico sufi sono certamente note a Maria Luisa Albano, che è cultrice della lingua e della cultura arabe.

Nel suo Romanza (Primo classificato, sez. romanzo, Premio Nazionale L’Inedito XV sulle tracce del De Sanctis), il viaggio è a ben guardare il primo protagonista della storia, una vicenda che è anche un ritorno. Un tornare di cose dal passato, come una nuvola di frecce scagliate verso di noi, alle spalle, e un ritorno dopo un’assunzione di consapevolezza – il riconoscimento di un rifrangersi di identità, di radici aeree e sospese, della ricerca di un’identità di cui sempre voler fare a meno – e anche lo spalancarsi di una porta che nascondeva ciò di cui il lettore, insieme ad uno dei personaggi, presentiva, immaginava, sognava, credeva di ascoltare dall’altra parte.

Il viaggio di Romanza è, come ogni viaticum (la provvista che gli antichi pellegrini portavano addosso lungo il cammino verso la conoscenza di sé, per diventare ciò che si è), l’esperienza che ti modifica, quel cammino in cui fondamentale non è la meta quanto ciò che ti accade durante: le persone che incontri, le scoperte, le delusioni, i piccoli incidenti, anche certi amori che restano perché non hanno avuto inizio. Come si sa, un viaggio è esperienza autentica quando chi ritorna non è  in tutto la stessa persona che era partita.

In questo libro di Maria Luisa Albano il viaggio è anche metamorfosi, soprattutto di se stesso. È un viaggio che si compone di storie parallele, percorsi meticolosi e circostanziati quanto casuali, personaggi che si avviano in uno stesso itinerario senza saperlo: alberghi, musei, borghi, città che noi lettori osserviamo da prospettive e traiettorie molto differenti ma orientati in una stessa direzione. In un momento preciso di questa storia, fatta di incroci, di incontri e di partenze (a partire dall’incontro con se stessi), in un luogo poco definito i protagonisti del doppio viaggio si incrociano anche; anzi potrebbero, sono nello stesso luogo ma a saperlo sarà solo il lettore. In questo viaggio dentro se stessi, assistiamo a condensazioni, spostamenti, censure di memoria, presene costanti del diverso, che ci affascina e ci scuote per le improvvise somiglianze con noi, proprio come accade nei sogni, esperienza ricorrente nei ricordi e nelle parole dei personaggi. Gli stessi personaggi sembrano, più di una volta, scambiarsi caratteri, sogni, memorie e desideri.

Quella nuvola di frecce che arriva dal passato, nel doppio finale di questa storia, si condensa in quella goccia di cui i protagonisti si troveranno ad essere, in un caso, la forma provvisoria assunta dall’acqua e, nell’altro caso, l’acqua che perde la forma di goccia e, sciogliendosi da quel legame, ritorna ad essere l’elemento vitale, che non ha forma ma ad ogni cosa dà vita.