Che vita!
Tante storie

Francis Scott Fitzgerald
Domenica bestiale
Occam editore, 2025, pp. 53
€ 6
Se i romanzi gli hanno dato la popolarità e un posto di primo piano nella letteratura mondiale, i racconti gli davano invece la possibilità di campare, tanto più che Francis Scott Fitzgerald, anche a causa delle sue note vicissitudini familiari, era spesso assediato dai debiti.
E tuttavia, tra i racconti, scritti per riviste, tra i soggetti per il cinema, e i grandi romanzi non poteva non esserci una continuità di atmosfere, di tipologie umane, di luoghi, di temi, tra cui la ricerca, anzi la maledizione, del successo e la delusione che dolorosamente pesa sui destini umani.
Siamo qui nella mecca del cinema americano, dalle parti di Beverly Hills, nel mondo degli Studios, in presenza di un’umanità spesso frivola, quando non arrivista, già ricca o che vuole diventarlo, tra cantanti, artisti, registi depressi, sceneggiatori alcolizzati, dive vere e presunte. Anche qui, nella finzione come nella vita reale, pochi veri protagonisti e molte comparse in cerca di visibilità e di legittimazione.
Uno sceneggiatore in ascesa (Joel Coles) si innamora della moglie (Stella) del più importante regista del momento, uno il cui cognome è Calman ma il cui carattere nevrotico, ansioso e geloso è tutto il contrario della calma.
Prendendo in mano questi pochi elementi potete immaginare cosa combini Fitzgerald con la sua scrittura ironica e irriverente, ma sempre – tra le righe – dolente come una domenica bestiale, folle, drammatica.
Non diciamo nulla su come va a finire la storia, bene o male a seconda dei punti di vista. Decidete voi se i protagonisti, pur mossi dalle migliori intenzioni, fanno “la bella vita” o “una vita di merda”. Quello che resta è un affresco impietoso e una satira potente di Hollywood e dell’America degli anni Trenta. Ma anche, nell’osmosi tra narratore e narrato, l’autobiografia in filigrana di uno dei più importanti scrittori di tutti i tempi.