Winnicott ritrovato

Dice il saggio

Winnicott

Donald W. Winnicott
Il sentimento del reale
Scritti inediti
Raffaello Cortina Editore, 2025, pp. 304
€ 26

“Il sentimento del reale. Scritti inediti” di Donald W. Winnicott (Raffaello Cortina Editore, 2025) è una raccolta preziosa di trentanove testi inediti del celebre psicoanalista e pediatra britannico, che coprono oltre cinquant’anni della sua carriera. Curato da Sara Boffito e Anna Ferruta, il volume offre una panoramica approfondita del pensiero di Winnicott, arricchita da saggi critici, note esplicative e una selezione di “lampi di intuito”, frasi significative tratte dai testi originali e tradotte.

Nel 2016 grazie al lavoro decennale di Lesley Caldwell e Helen Taylor Robinson, coadiuvate da diversi altri membri della scuola winniccottiana, l’opera omnia di Winnicott è stata pubblicata dalla Oxford University Press (New York). Consultando questa fonte primaria le curatrici italiane sono andate a selezionare una serie di testi non ancora tradotti e pubblicati in italiano che potessero restituire nel loro insieme un profilo del pensiero e della vita di Winnicott. Se nell’edizione inglese delle Opere si segue fedelmente l’ordine cronologico, in questa riduzione italiana si propongono aggregazioni tematiche (al cui interno è poi rispettata la successione temporale degli scritti).

Il libro è organizzato in cinque sezioni: “La vita psichica prende forma”, “Qualcosa di nuovo in psicoanalisi”, “Winnicott clinico”, “Winnicott dialoga con gli altri” e “Winnicott privato”, ciascuna introdotta da Anna Ferruta e accompagnata da focus su parole chiave curati da Sara Boffito.

L’altra fonte cui attinge il libro è l’Archivio personale di Clifford Scott, psicoanalista canadese amico e interlocutore di Winnicott, custode di materiale prezioso, qui parzialmente riproposto, reso accessibile al pubblico dal 2019. Alla sua figura è dedicata una breve scheda di Sara Boffito in chiusura di questa edizione italiana.

Il titolo del libro, “Il sentimento del reale”, rimanda a uno dei concetti centrali del pensiero winnicottiano, ovvero l’importanza di sentirsi vivi e reali, un’esperienza che si sviluppa attraverso le relazioni primarie e l’ambiente di sostegno. Questo tema è esplorato in molti dei testi inediti, che spaziano dagli anni ’30 agli anni ’70, offrendo una visione completa dell’evoluzione del pensiero di Winnicott e della sua capacità di innovare all’interno della psicoanalisi.

Seppure non rientri tra gli scopi principali di questa selezione di testi winnicottiani, le curatrici approfittano della presente pubblicazione per aggiungere un contributo filologico ad alcuni concetti del pensiero di Winnicott che erano incappati in passato in problemi di traduzione e corretta interpretazione. È il caso dei termini primitivo (talvolta confuso con primario), inconscio, artista, marchingegno o la stessa espressione che dà il titolo alla raccolta: sentimento del reale (feeling of real), messo a confronto con senso del reale (sense of real) o sentirsi reali (feeling real).

Uno degli aspetti più interessanti del libro è la scelta dei testi, che include sia scritti teorici che clinici, trascrizioni di discorsi, lettere a colleghi e riflessioni personali. Tra i contributi più significativi troviamo “Appunti sullo sviluppo emozionale primitivo” (1945), in cui Winnicott introduce il concetto di sviluppo emotivo primitivo, e “La madre normalmente devota e il suo bambino” (1952), dove approfondisce il ruolo della madre nella prima settimana e nel primo anno di vita del bambino. Altri testi, come “Delinquenza (continua)” (1930) e “Incontrarsi per essere derubati” (1939-1945), esplorano temi come la delinquenza e la ricerca di un ambiente contenitivo, mentre “Fattori di integrazione e di disgregazione nella vita familiare” (1960) analizza i conflitti familiari e il loro impatto sullo sviluppo emotivo.

Il libro offre anche una visione più intima di Winnicott attraverso le lettere scambiate con figure di spicco della psicoanalisi, come Michael Balint, Ernest Jones e Melanie Klein. Questi scambi epistolari rivelano non solo il dialogo continuo di Winnicott con i suoi colleghi, ma anche la sua capacità di critica costruttiva, come nel caso della sua risposta a “Su ‘Uno studio di invidia e gratitudine’ di Melanie Klein” (1956), in cui Winnicott esprime riserve sull’idea di invidia primaria.

Uno dei punti di forza del volume è la sua struttura, che permette al lettore di avvicinarsi a Winnicott da diverse prospettive. Nella sezione “Winnicott clinico”, ad esempio, emergono con chiarezza le sue capacità di osservazione e di intervento terapeutico, come nel caso di “Sakari. Una consultazione terapeutica” (1961), dove Winnicott descrive una consultazione terapeutica con un bambino, dimostrando la sua abilità nel creare un ambiente sicuro e contenitivo. Allo stesso tempo, la sezione “Winnicott privato” offre uno sguardo più personale sulla sua vita e sul suo pensiero, rivelando un lato ironico e appassionato del grande psicoanalista.

Il libro si distingue anche per l’attenzione ai dettagli e per il lavoro di curatela, che ha permesso di selezionare testi inediti particolarmente significativi per comprendere l’opera di Winnicott. Come sottolinea Lesley Caldwell nella prefazione, la raccolta è arricchita dal modo in cui le curatrici hanno modellato la selezione degli scritti, esortando il lettore a una comprensione più profonda di Winnicott, che va oltre i testi più noti e spesso citati.

Uno dei temi ricorrenti nel libro è l’importanza dell’ambiente e delle relazioni nello sviluppo emotivo e psichico del bambino. Winnicott sostiene che un ambiente di sostegno, rappresentato in primo luogo dalla madre, è essenziale per permettere al bambino di sviluppare un senso di sé coeso e di sentirsi reale. Questo concetto è esplorato in molti dei testi, come “Un nuovo bambino. Conoscere il vostro bambino” (1945), dove Winnicott descrive il processo attraverso cui il neonato inizia a conoscere il mondo e a stabilire una relazione con la madre. Allo stesso tempo, il libro affronta anche temi più complessi, come la psicosi e la schizofrenia, che Winnicott interpreta come il risultato di un fallimento precoce nell’ambiente di sostegno. Un altro aspetto interessante del libro è l’attenzione di Winnicott alla creatività e al gioco, visti come attività fondamentali per lo sviluppo emotivo. Nei testi come “L’albero Gwrw” (1948) e “Il sognatore a occhi aperti” (anni ’50), Winnicott sottolinea l’importanza del gioco come strumento per esplorare il mondo e sviluppare un senso di sé. Questo tema è particolarmente rilevante nel contesto della psicoanalisi, dove il gioco è spesso visto come una forma di espressione dell’inconscio.