Leoni, draghi, sirene e grifoni
Quanta bellezza!

Stefano Riccioni
Il bestiario medievale di Venezia
Animali e creature fantastiche nella città dei dogi
Con illustrazioni di Federica Rossi
Carrocci, 2025, pp. 172
€ 20
Il libro “Il bestiario medievale di Venezia” di Stefano Riccioni, docente di Storia dell’arte medievale all’Università Ca’ Foscari, offre un affascinante viaggio attraverso il patrimonio artistico veneziano, seguendo le tracce degli animali reali e fantastici che popolano la città lagunare. Pubblicato da Carocci nel 2025 con le illustrazioni di Federica Rossi, il volume si articola in ventiquattro densi capitoli che mappano sistematicamente la presenza animale nell’arte e nell’architettura veneziana medievale.
L’opera si apre con un’introduzione che inquadra il tema del bestiario nel contesto dello “spazio moralizzato” di Venezia medievale, per poi svilupparsi in un percorso che parte dai celebri leoni e draghi delle colonne di Piazzetta San Marco fino ad arrivare alle più nascoste rappresentazioni zoomorfe nei pavimenti musivi delle chiese muranesi. Il testo rivela come questi animali non fossero semplici elementi decorativi, ma costituissero un complesso sistema di significati morali e allegorici, funzionando sia come racconti edificanti sia come elementi apotropaici.
Particolarmente interessante è l’analisi del primo “bestiario veneziano” nella decorazione musiva del pavimento della cappella di Sant’Ilario, oggi conservata nei depositi del Museo Correr. Questi mosaici, realizzati nell’819 per volere del doge Agnello Particiaco, rappresentano un punto cruciale per comprendere come la nascente Venezia utilizzasse il simbolismo animale per costruire la propria identità politica e religiosa. La presenza di creature come il senmurv, uccello fantastico di origine persiana, testimonia inoltre la precoce apertura di Venezia alle influenze orientali.
Riccioni dedica particolare attenzione all’interpretazione simbolica delle creature rappresentate: dalla fenice come simbolo di resurrezione, al gallo come emblema solare, fino al pellicano che nutre i propri piccoli col sangue del petto, immagine cristologica per eccellenza. L’autore dimostra come il bestiario veneziano costituisca un ponte tra culture diverse, intrecciando simbolismi occidentali e orientali in una sintesi unica.
Il volume si distingue per il rigore metodologico con cui affronta le fonti iconografiche, collegandole sistematicamente ai testi medievali – dal Physiologus alle Etymologiae di Isidoro di Siviglia – che ne costituivano il fondamento teorico. Al contempo, l’autore non trascura di evidenziare come queste rappresentazioni fossero profondamente radicate nel tessuto urbano e sociale della città, servendo da punti di riferimento per la vita quotidiana dei veneziani.
Le illustrazioni di Federica Rossi, sparse lungo il testo e impreziosite da un sedicesimo a colori su carta patinata a fine libro, arricchiscono il testo offrendo un prezioso supporto visivo che aiuta il lettore a orientarsi nella complessa geografia del bestiario veneziano. La qualità delle immagini permette di apprezzare i dettagli delle opere discusse, dalle patere decorative alle vere da pozzo, dai capitelli alle sculture monumentali.
Il libro rappresenta il coronamento di anni di ricerche dell’autore sul tema, distinguendosi per l’approccio sistematico e la capacità di connettere l’analisi artistica alla dimensione storica e sociale della città. L’opera si rivolge tanto agli specialisti quanto a un pubblico colto interessato a scoprire un aspetto meno noto ma fondamentale del patrimonio artistico veneziano.
Il volume costituisce un contributo non solo alla storia dell’arte medievale, ma anche alla comprensione di come Venezia abbia costruito la propria identità attraverso un linguaggio simbolico che ancora oggi caratterizza il suo volto urbano. In un momento in cui la città affronta sfide cruciali per la sua sopravvivenza, il libro di Riccioni ci ricorda l’importanza di preservare e comprendere questo patrimonio unico di arte e significati. Parallelamente alla pubblicazione di Carocci hanno visto la luce un sito web e una pubblicazione specifica curata dall’Università in collaborazione con altre realtà lagunari dedicati a sedici “Itinerari nel Bestiario veneziano” che costituiscono una proposta originale di approccio alla città di Venezia, al di fuori dei consueti circuiti turistici.