Il Cono dell’ossessione

Classici

Correzione

Thomas Bernhard
Correzione
Adelphi, 2025, pp. 291
€ 20

Adelphi ripubblica nella collana Fabula quello che è considerato da alcuni uno tra i libri più importanti del Novecento: “Correzione” di Thomas Bernhard, già pubblicato da Einaudi, nel 1995 e poi nel 2013, nella stessa traduzione di Giovanna Agabio.

Il libro si articola in due sezioni principali, ciascuna composta da un unico, denso blocco di testo senza interruzioni. La prima parte, intitolata “La soffitta di Hoeller”, introduce un narratore anonimo che, dopo una grave malattia, torna dall’Inghilterra alla sua Austria natale per occuparsi degli scritti del suo amico d’infanzia Roithamer, che si è suicidato. La seconda parte, “Esaminare e riordinare”, consiste negli scritti autobiografici di Roithamer stesso, filtrati attraverso il narratore.

La trama ruota attorno all’ossessivo progetto di Roithamer, un brillante ma instabile scienziato che lavora a Cambridge, di costruire un Cono perfetto nel cuore della foresta di Kobernausser come abitazione ideale per sua sorella. Roithamer utilizza un’eredità inaspettata per realizzare questa struttura geometrica, senza mai consultare la sorella stessa riguardo al progetto. Tragicamente, la sorella muore poco dopo essersi trasferita nel Cono, evento che porta Roithamer al suicidio.

Lo stile di Bernhard è caratterizzato da frasi serpeggianti che si estendono per pagine intere, con un uso magistrale delle virgole e delle ripetizioni che creano un effetto ipnotico e spesso estenuante. La prosa si muove in spirali, ritornando continuamente sugli stessi punti da angolazioni leggermente diverse, creando un senso di vertigine e disorientamento.

Il romanzo esplora temi come la perfezione, l’ossessione intellettuale e il rapporto problematico con le origini familiari. Roithamer è tormentato dal suo background aristocratico nella tenuta di famiglia di Altensam, in particolare dal difficile rapporto con la madre, che considera una filistea anti-intellettuale. La sua ossessione per la perfezione si manifesta non solo nella costruzione del Cono, ma anche nel continuo processo di “correzione” dei suoi scritti – da qui il titolo del romanzo -, che vengono ripetutamente rivisti e ridotti, passando da ottocento a ottanta pagine.

Il Cono stesso diventa un simbolo multiforme: rappresenta simultaneamente l’ego, la mente maschile, l’autenticità esistenziale, il rifugio e la morte, nonché il centro matematico perfetto dell’esistenza. È sia simbolo dei grandi risultati dell’intelletto che manifestazione di un pensiero ossessivo e distorto.

Il romanzo opera anche come una critica del genio e della perfezione: mentre nella prima parte Roithamer viene presentato come un genio quasi divino, nella seconda parte emerge un ritratto più umano e problematico, rivelando la sua meschinità e l’incapacità di crescere oltre i traumi dell’infanzia.

L’umorismo nero di Bernhard emerge in particolare nei passaggi sulla tendenza al suicidio della famiglia di Roithamer, creando un effetto paradossalmente comico nella sua esagerazione. Il libro può essere letto come una meditazione sulla follia e il suicidio, ma anche come una critica della società austriaca e del suo presunto anti-intellettualismo.

Il romanzo solleva questioni fondamentali sulla natura della correzione stessa: può significare sia sostituire il falso con il vero, sia rendere più preciso ciò che è già sostanzialmente vero. Mentre il libro abbonda del secondo tipo di correzione, Roithamer crede erroneamente di star perseguendo il primo tipo, portandolo infine all’autodistruzione. La struttura del romanzo riflette questa idea di correzione continua, con informazioni che vengono gradualmente rivelate e precisate, come in una spirale che si avvicina sempre più alla verità.

Nonostante il tono cupo e il soggetto, Correzione non risulta un romanzo deprimente, grazie alla bellezza della scrittura di Bernhard e alla sua capacità di trovare momenti di umorismo anche nelle situazioni più oscure. Il libro rimane misterioso e sfuggente, resistendo a interpretazioni definitive e lasciando il lettore con più domande che risposte sulla natura del genio, dell’ossessione e della ricerca della perfezione. Molta critica ha visto paralleli tra il protagonista di Correzione, Roithamer, e il filosofo Ludwig Wittgenstein, che Bernhard ammirava e del quale conosceva il nipote Paul cui dedicò una sua opera. Dai dettagli biografici come la città di Cambridge, dove Wittgenstein trascorse a più riprese diversi anni della sua vita, e il suo progetto architettonico per la casa della sorella Margarethe a Vienna, alle tematiche dell’ossessione per la precisione linguistica e matematica, la tensione tra il pensiero logico e i limiti del linguaggio. Sono elementi che peraltro ritornano in tutta l’opera di Bernhard – dai monologhi dei suoi personaggi alla sua critica della società austriaca, fino alla sua visione della follia come estrema conseguenza della ricerca della perfezione logica. La figura di Wittgenstein diventa per Bernhard un modello di rigore intellettuale e al contempo un esempio della tragica impossibilità di raggiungere la verità assoluta attraverso il linguaggio.