La collezione Bachelot ospite a villa medici

L’Accademia di Francia a Roma ha esposto a Villa Medici, dal 7 ottobre 2022 al 15 gennaio 2023, la più importante fotografica francese, la Collezione Florence e Daminen Bachelot, nata dalla passione di questa coppia per la fotografia d’arte.

Nel 2003 la raccolta nasce in un contesto professionale, quando Damien Bachelot diventa il consulente di un’impresa che ha deciso di creare una collezione aziendale di fotografia che possa anche funzionare come strumento di comunicazione per la società, per cui si cominciano ad acquisire importanti fotografie che tengono conto dell’individuo nella sua dimensione umana e sociale.

Nel 2008, a seguito della crisi finanziaria mondiale, l’azienda non intende mantenere questa raccolta composta da 192 fotografie, per cui Damien Bachelot coglie l’occasione per acquistare l’intera collezione e, con la moglie Florence, continua con le acquisizioni per cui la collezione è oggi composta da oltre 1000 immagini.

Le opere, oltre a mettere in evidenza le diverse influenze fotografiche del Novecento, hanno come tema comune il ritratto e il corpo in rapporto al territorio urbano, “inquadrando” la figura umana secondo una visione democratica della fotografia che guarda con particolare attenzione alla vita quotidiana, ai piccoli mestieri, alle classi popolari. Si gettano in questo modo le basi della fotografia sociale, tenendo conto di quanto avviene negli Stati Uniti e in Europa tra gli anni Sessanta e Ottanta. La collezioneriunisce pertanto il meglio di quella corrente umanista che si sviluppa, come scrive lo storico della fotografia Michele Poivert, quando “la fotografia diviene un’arte democratica e non più soltanto il passatempo dei borghesi”.

Per la mostra di Roma il critico Sam Stourdzé ha scelto 150 scatti eccezionali che coprono quasi un secolo di storia della fotografia: da Brassaï a Eduarda Boubat, da Henri Cartier-Bresson a Robert Doisneau, ai quali si aggiungono artisti di prima grandezza come Diane Arbus, Bruce Davidson, Mitch Epstein, Robert Frank, Paul Fusco, Josef Koudelka, Dorothea Lange, Christian Lemaire, Vivian Maier, Willy Ronis, William Eugene Smith, Paul Strand, gli italiani Luigi Ghirri e Mario Giacomelli. Inoltre quaranta stampe dell’artista statunitense Saul Leiter testimoniano il passaggio dal bianco/nero al colore, quanto intorno alla metà del secolo questo autore comincia a usare la pellicola Kodachrome e la Leica per una nuova rappresentazione della realtà newyorchese.

Una interessante scoperta è costituita dalle fotografie di Laura Henno, un’autrice scoperta dai coniugi Bachelet nel 2019, che hanno visto nella sua opera un collegamento con Dorothea Lange, poiché le sue immagini rappresentano soprattutto la condizione umana con temi che riguardano l’immigrazione clandestina e la segregazione sociale negli Stati Uniti, per cui s’integrano perfettamente con lo spirito che anima questa collezione.